Il 18 maggio del 1920 nasceva a Wadowice in Polonia Karol Wojtyla. Diventerà il 264° Papa con il nome di Giovanni Paolo II. Fra i santi più amati dagli italiani.
Il 18 maggio del 1920 nasceva a Wadowice in Polonia Karol Wojtyla, che diventerà il 264° Papa con il nome di Giovanni Paolo II, primo pontefice non italiano dopo quattro secoli, ora Santo. La ricorrenza suscita sentimenti di nostalgia nel ricordare i 27 anni di un pontificato che ha tracciato un solco profondo nella storia della Chiesa e dell’umanità. Le conquiste sociali, culturali, politiche, realizzate, sono frutto di un carisma che coniuga estro poetico, artistico, sportivo e profondo spirito di preghiera, hanno reso Papa Wojtyla un “Papa grande”, vero “Papa Magno”, acclamato dal popolo “Santo subito” mentre un misterioso vento sfogliava e chiudeva il vangelo deposto sulla sua bara in piazza San Pietro nell’aprile del 2005 durante l’ultimo planetario saluto. Il suo primo paterno invito: “Aprite, spalancate le porte a Cristo” ha tracciato un percorso non facile, innovativo, spesso contrastato ma il suo progetto di umanesimo cristiano è stato sempre chiaro e lineare. Nelle 14.000 pagine dei suoi scritti: libri, encicliche e discorsi, si condensa il radicamento ai valori irrinunciabili della vita, della giustizia, della libertà, della dignità, del lavoro, della pace.
Sfogliando le pagine di storia scritte dal Papa polacco nell’arco esistenziale si trovano monumenti e tappe indimenticabili: la caduta del comunismo e del muro di Berlino, la difesa dei diritti del lavoratore, l’amore e l’attenzione per i giovani (Papa boys), il dialogo ecumenico, la visita alla Sinagoga, la lettera al muro del pianto, il grido di condanna dei mafiosi nella Valle dei Templi, l’eroico gesto di perdono e l’abbraccio del suo attentatore, la profonda devozione alla Madonna , espressione del suo motto “Totus tuus”. Alle stupende conquiste e vittorie si rileggono anche le pagine oscure della non condivisione delle “radici cristiane dell’Europa, della diffusione del relativismo etico che porta alla legittimazione dell’aborto, dell’eutanasia, delle manipolazioni genetiche, delle famiglie gay, dei matrimoni provvisori, della liberazione sessuale e della contraccezione”.
Come ha scritto Marcello Veneziani: “Nel suo libro testamento. “Memoria e identità” risuona l’antico messaggio di Dio, patria e famiglia; c’è la difesa dell’amor patrio e della nazione, la lingua, la natura, e la cultura dei popoli, la difesa della Tradizione con la T maiuscola”. Il Papa che baciava la terra, che pregava a lungo, che cantava con i giovani nelle splendide “Giornate della Gioventù”, che ha introdotto la Chiesa nel terzo millennio, che ha aperto due volte la Porta Santa, veniva silenziato dalla stampa quando indossava la corazza del guerriero della fede e dei valori cristiani, “irrinunciabili, e “trasmessi dagli avi”; delle radici religiose della storia e della cultura dei popoli.
Il nazismo, il comunismo, il 13 maggio del 1981, giorno dell’attentato, le lotte al terrorismo islamico, il crollo delle torri gemelle l’11 settembre 2001, sono tappe di un cammino storico. Certi gesti d’incontro con i musulmani sono stati anche esaltati, ma non compiutamente compresi. Tra gli scritti di Papa Wojtyla si legge: “Al Dio del Corano vengono dati nomi tra i più belli conosciuti dal linguaggio umano, ma in definitiva è un dio al di fuori del mondo, un dio soltanto maestà, mai Emmanuele, Dio con noi”. Ecco il Papa, ancora Magister che insegna e guida dal cielo il popolo santo di Dio.Tanti sono i ricordi che lo rendono a noi tutti vicino per gli incontri avuti e per la visita pastorale a Catania come in tante altre città italiane. Ricordo con emozione quando, mentre i ragazzi della mia scuola si preparavano per una foto di gruppo col Papa, tenendomi la mano, che già tremava per il Parkinson, mi chiese. “Ora i ragazzi dove vanno a mangiare?”. Lezione di profonda sensibilità umana e pedagogica. Mentre era ricoverato in ospedale con i ragazzi abbiamo consegnato una copia del busto reliquario di Sant’Agata “perché guarisse presto”. Nel mese di maggio, fioriscono le rose ed una particolare rosa bianca porta ancora oggi il nome di Giovanni Paolo II.