La testimonianza del coordinatore della struttura di prima accoglienza: è entrata per mangiare un pasto caldo.
Modena – “L’ho vista entrare e dirigersi verso la mensa. Indossava abiti pesanti, giacca e maglione, saranno passate sei-sette settimane. Mi ricordo di lei perchè era un volto nuovo”. C’è una nuova pista riguardo alla scomparsa di Daniela Ruggi, la 31enne sparita nel nulla il 20 settembre a Vitriola di Montefiorino, nel Modenese. A parlare è il coordinatore di Porta Aperta, struttura di prima accoglienza di Modena, che sostiene di aver notato la donna entrare per mangiare un pasto caldo.
La donna era pulita, in buon condizioni e indossava abiti pesanti: un particolare importante ai fini delle indagini, dato che al momento della scomparsa faceva ancora caldo. “Ricordo il suo volto perché era una persona nuova. Si è diretta verso la mensa ma non si è fermata al nostro punto di ascolto,” ha raccontato il testimone al Resto del Carlino.
Al momento, l’unico indagato per la scomparsa della donna è Domenico Lanza, 67 anni, per tutti “lo Sceriffo”: si trova in carcere per detenzione illegale di armi, ma a casa sua sono stati trovati indumenti intimi appartenenti a Daniela. Nei prossimi giorni, il RIS tornerà nell’abitazione di Lanza alla ricerca di elementi utili alle indagini.
Stando a quello che si sa finora, Daniela è stata vista per l’ultima volta intorno alla stazione di Sassuolo. Due giorni prima di sparire nel nulla, era inciampata su un marciapiede e si era fatta male. Era stata portata al pronto soccorso e poi era tornata a casa con un’ambulanza dei volontari, avvisando la madre del rientro. Il giorno dopo, l’aveva chiamata per dirle che era tutto a posto. Poi il silenzio.