Individuato il corpo di Fabio Trevisan, 28 anni, travolto da una valanga mentre scalava il canalone est. Lavorava all’Università di Bolzano come ricercatore. L’allarme era stato lanciato dal compagno di cordata.
Bolzano – Era disperso da ieri sul Gran Zebrù: è stato trovato purtroppo morto Fabio Trevisan, il 28enne originario di Laives, in Alto Adige, travolto da una valanga mentre scalava la vetta del gruppo dell’Ortles alta 3.857 metri. Il giovane alpinista stava affrontando la salita lungo il canalone est, quando è stato investito da una slavina che lo ha trascinato a valle per circa 300 metri.
L’allarme e i soccorsi
A dare l’allarme è stato il compagno di cordata, che si trovava solo a pochi metri da lui ed è rimasto illeso. Sul posto sono subito intervenuti gli elicotteri del Soccorso alpino di Solda e della Guardia di Finanza, che hanno avviato le ricerche con l’ausilio del segnale del cellulare del disperso. Le operazioni si sono rivelate complesse a causa dell’elevato rischio di nuove valanghe sul pendio. Nel pomeriggio è stato ritrovato il casco di Trevisan, ma il corpo senza vita è stato recuperato solo successivamente.
Chi era Fabio Trevisan
Fabio Trevisan era laureato in Scienze Agrarie e Agroambientali presso l’Università di Bolzano, dove lavorava come ricercatore al Centro di competenza per la salute delle piante. Dopo esperienze accademiche in Olanda, Austria e Svezia, era tornato in Alto Adige per un dottorato di ricerca in Ambiente e Agricoltura di Montagna. Appassionato di alpinismo e natura, era noto tra colleghi e amici per il suo impegno nella tutela dell’ambiente.
Un precedente tragico
La dinamica della valanga ricorda quella dell’estate scorsa, quando Dieter Pardatscher, 44enne di Cortina all’Adige, perse la vita in una slavina sul vicino Ortles, nel canalone Minnigerode. Anche in quel caso il corpo fu ritrovato settimane dopo, a dimostrazione della pericolosità del territorio e delle difficoltà nelle operazioni di soccorso.