Progetto avviato con l’approvazione della Manovra che punta ad azzerare l’arretrato in due anni, da gennaio 2025 a dicembre 2026.
Roma – Il ministero della Giustizia parla di “numeri record” in relazione al progetto ‘PintoPaga’, avviato
con l’approvazione della Manovra 2025 e che punta ad azzerare in due anni – da gennaio 2025 a dicembre 2026 – l’arretrato. Da inizio anno poco più di 600 ordinativi di pagamento emessi dal ministero. Entro 20 giorni, concluso il controllo UCB, gli interessati riceveranno l’indennizzo. In 5 giorni – si legge su ‘Gnewsonline’, il notiziario web del dicastero di via Arenula, 7 funzionari addetti allo smaltimento dei decreti depositati dalle Corti d’appello dal 2015 al 2022, hanno evaso 613 ordinativi di pagamento.
La Direzione generale degli Affari giuridici e legali del Dipartimento per gli Affari di giustizia garantisce che nell’arco di 20 giorni l’Ufficio centrale del Bilancio li esaminerà e, a seguire, i cittadini troveranno sul loro conto le somme attese. Un “ottimo risultato – osserva il ministero – per coloro che attendono di essere
indennizzati del ‘danno patrimoniale o non patrimoniale subito a causa dell’irragionevole durata del processo’, come prevede la legge 24 marzo 2001, n. 89, la cosiddetta Legge Pinto. Senza trionfalismi ma con grande pragmatismo è verosimile aspettarsi che, quando ai primi di febbraio entreranno a regime nuove
risorse, la lavorazione delle pratiche ancora in attesa godrà di una importante accelerazione”.
La nuova normativa approvata con la legge di Bilancio consentirà, rileva ancora via Arenula, la piena attuazione della Convenzione stipulata dal ministero della Giustizia con la Formez Pa, società in house della presidenza del Consiglio, per il reclutamento di nuovo personale addetto alla liquidazione delle somme attribuite ai richiedenti dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: grazie all’accordo raggiunto, la dotazione
organica dell’ufficio competente sarà incrementata con l’assunzione a tempo determinato di ulteriori 59 addetti. La forza lavoro aggiuntiva potrà far fronte all’estensione della lavorazione dei decreti pendenti (anni dal 2015 al 2022) sulla piattaforma Siamm Pinto Digitale, già in uso per le decisioni emesse dal 2023, di competenza delle Corti d’appello.
Il costo finale della Convenzione, quantificato in 5 milioni di euro, rileva il ministero, “porterà a un risparmio di circa 60 milioni, secondo una stima prudente, per gli esborsi che sarebbero dovuti dall’Erario a titolo di interessi per ritardato pagamento degli indennizzi o di spese per i giudizi di esecuzione o di ottemperanza intentati nei confronti dell’Amministrazione dai beneficiari/creditori”.