Lo scrivono in un documento i vertici di Magistratura Indipendente: “No a inutili conflitti, occorre lavorare per obiettivi comuni”.
Roma – “Ribadiamo la nostra apertura alla collaborazione al dialogo e alla costante interlocuzione, ma
dalle parole occorre passare ai fatti: non vorremmo davvero che il prossimo anno fosse l’anno delle promesse non mantenute”. Lo scrivono in un documento i vertici di Magistratura Indipendente, che aggiungono: “Forse, anziché aprire inutili e dannosi conflitti, occorre lavorare per obiettivi comuni, per migliorare veramente l’attuale sistema giudiziario, senza stravolgere le fondamentali garanzie costituzionali”. L’anno che si apre, proseguono Loredana Micciché e Claudio Galoppi, presidente e segretario di MI, “presenta, non solo per la magistratura, problemi importanti, sfide decisive ma anche straordinarie opportunità”.
Nei mesi passati “abbiamo evidenziato la assoluta necessità di riforme non più differibili per un sistema
giudiziario efficiente e di qualità, nel primario interesse di ogni persona. L’attuazione degli obiettivi del Pnrr ha dato strumenti e moduli organizzativi da rendere stabili e strutturali”. In particolare, Magistratura Indipendente mette in evidenza “la stabilizzazione degli addetti all’ufficio del processo: personale qualificato che sta dando ottima prova e sta contribuendo a consolidare i risultati attesi di significativa riduzione dei tempi di durata dei procedimenti, mantenendo standard qualitativi elevati”, nonché “la misura del congelamento del divieto di ultradecennalità” che “ha contribuito a garantire la stabilità organizzativa degli uffici e ad evitare la dispersione di professionalità ormai consolidate. Per questo abbiamo richiesto ripetutamente proprio il superamento definitivo di questa irragionevole regola dell’ultradecennalità”.
Resta però ancora “aperto”, osservano i vertici di MI, “il problema del trattamento economico in caso
di malattia, che riguarda la dignità professionale del magistrato, imprescindibile presupposto per una giustizia efficiente: si tratta di alcune tra le tante questioni aperte su cui si gioca, nei prossimi mesi, la stessa credibilità del sistema giustizia”.