Un’incredibile svolta nell’indagine: le denunce false svelano il lato oscuro di una vicenda segnata da risentimenti e aggressioni.
Roma – I carabinieri della Compagnia di Ostia, su delega della Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il tribunale nei confronti di cinque uomini, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate, rapina, minaccia aggravata, calunnia, danneggiamento, violazione di domicilio e porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere. Si tratta di persone di nazionalità bosniaca, di età compresa tra i 26 e i 40 anni, tutti domiciliati presso il campo nomadi di Via Luigi Candoni, dove questa mattina sono stati raggiunti e arrestati. Così in una nota il Comando provinciale carabinieri.
L’indagine è stata avviata dopo che uno degli odierni destinatari dell’ordinanza, aveva presentato denunce presso la Stazione dei carabinieri Ponte Galeria, per due fantomatiche rapine. In particolare, l’uomo aveva raccontato che nel corso della prima rapina più soggetti avevano aggredito lui e la moglie, sottraendo loro gioielli e una borsa, contenente circa 3.000 euro; la seconda rapina si era verificata, nello stesso giorno ma più tardi, nel cortile della propria abitazione, quando un gruppo di sette uomini aveva aggredito due suoi figli (uno dei quali ha riportato lesioni, giudicate guaribili con 41 giorni di prognosi) e nell’occasione, i responsabili avevano altresì asportato una collana alla nuora.
L’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica ha consentito di accertare, tramite testimonianze e l’acquisizione di filmati di videosorveglianza, che le due rapine non si erano mai verificate, raccogliendo gravi indizi di colpevolezza a carico del denunciante in ordine al fatto che era stato lui ad aggredire e rapinare uno dei soggetti, inizialmente da lui accusati; che dopo il primo episodio denunciato, l’uomo aggredito aveva organizzato una spedizione presso l’abitazione della controparte, colpendo i familiari presenti e danneggiando le auto. A seguito di perquisizioni domiciliari, i carabinieri hanno inoltre rinvenuto due mazze da baseball ed un tubo in ferro, utilizzati nel corso della spedizione punitiva. Le indagini hanno inoltre consentito di raccogliere elementi indiziari che farebbero ricondurre il movente della prima aggressione a futili motivi e a risentimenti personali, scaturiti a seguito di un video pubblicato sul social TikTok da uno degli indagati.