Giornalista aggredito a Torino: “ne ha prese poche”, è delirio di insulti sui social

Dopo le minacce e le botte al cronista, su X piovono offese e minacce a lui e al quotidiano La Stampa e tesi complottiste sul caso.

Torino – Dopo l’aggressione ad Andrea Joly, cronista del quotidiano “La Stampa” che mentre passava davanti al locale “Asso di Bastoni”, frequentato da militanti di circoli di estrema destra, è stato minacciato e picchiato da alcuni avventori, piovono gli insulti social. Da “ne ha prese poche” a “quelli della vostra redazione … vanno menati a prescindere”. Su X è un crepitare di insulti, offese, minacce anche verso il quotidiano La Stampa. La maggior parte degli autori dei commenti di questo tenore si nasconde
dietro improbabili nickname di fantasia o profili fantasma.

L’aggressione a Andrea Joly

Non manca chi tenta di prendere le difese degli aggressori (“aspettiamo il giudizio del Pm poi potranno criticare CasaPound”) e che tira fuori tesi complottiste: “perché nei video non si vede la faccia?”. Sono entrambi militanti di CasaPound due dei presunti autori individuati dalla Digos e per loro si profila una denuncia per lesioni personali collegate all’aggravante del reato commesso “per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che abbiano tra i loro scopi “la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.

“Ho avuto paura di essere strangolato, mi mancava il respiro”, ha raccontato Joly. L’attacco è avvenuto in via Cellini, fuori dall’Asso di Bastoni, un circolo frequentato da simpatizzanti di estrema destra. Il giornalista si trovava lì per caso e, vedendo fumogeni e fuochi d’artificio, ha istintivamente iniziato a registrare la scena con il suo smartphone. Due militanti lo hanno notato e avvicinato chiedendogli “Sei dei nostri? Cosa filmi?”. Gli hanno messo la mano sul cellulare, pretendendo che cancellasse tutto. Intuendo il potenziale pericolo, Joly ha cercato di allontanarsi, ma è stato inseguito, trascinato a terra, preso per il collo e a pugni da altri militanti. “Poteva capitare a chiunque, ed è questo che fa più paura”, ha detto il cronista.

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