Giallo nel Padovano: lui si uccide, lei è gravissima, ma non ha ferite

Silvano Vigato, 59 anni, si sarebbe sparato al petto con la sua pistola. La compagna, Martina De Stefani, 55 anni, giaceva priva di conoscenza accanto al corpo dell’uomo. L’ipotesi del veleno.

Padova – Due corpi distesi in cucina in un mare di sangue e accanto una pistola che ha sparato da poco. L’uomo ha una ferita d’arma da fuoco al petto e per lui non c’è più niente da fare. Accanto al corpo esanime c’è una donna priva di conoscenza: è grave ma non ha ferite né tracce di violenza.

Cosa sia successo ieri pomeriggio nella villetta all’angolo tra via Verdi e via Rossini, in un quartiere residenziale di recente costruzione di Megliadino San Fidenzio, località di Borgo Veneto nel Padovano, è ancora tutto da decifrare. Ci stanno provando gli investigatori dell’Arma, coordinati dal pubblico ministero Francesco D’Abrosca della Procura di Rovigo.

Partendo dall’identità della coppia, legata sentimentalmente da almeno un decennio. Il padrone di casa si chiamava Silvano Vigato, 59 anni, la donna Martina De Stefani, di quattro anni più giovane. A fare la macabra scoperta dei corpi è stata la figlia di Martina che, malgrado lo choc, ha chiamato immediatamente i soccorsi. Sua madre era ancora viva, seppur priva di sensi: subito intubata, la donna è stata trasportata dall’elisoccorso all’ospedale di Padova, dove è ancora ricoverata in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva.

Per Silvano Vigato, invece, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Il 59enne aveva un foro all’altezza del petto e giaceva in un lago di sangue. Accanto a lui la pistola regolarmente detenuta.

Al momento gli inquirenti possono soltanto formulare delle ipotesi. La più accreditata racconta che Vigato si sarebbe suicidato sparandosi al petto. Più difficile comprendere cosa sia accaduto a De Stefani, il cui corpo non presenta ecchimosi o ferite. Potrebbe aver ingerito un veleno, nel qual caso resterebbe da stabilire se ad avvelenarla sia stato il compagno, o se la 55enne abbia invece assunto la sostanza volontariamente, contemporaneamente al suicidio del compagno o magari subito dopo averlo trovato morto.

Sentite dagli inquirenti, le rispettive famiglie della coppia hanno escluso che tra i due ci fossero mai stati momenti di tensione o addirittura episodi violenti. Entrambi apprezzati professionisti, conosciuti e ben voluti in paese, lui agente di commercio, lei agente immobiliare, non sembravano avere problemi apparenti. Se non ultimamente quelli di salute del 59enne. Prima un’operazione, quindi un successivo rientro in ospedale per l’insorgere di un’infezione. Una situazione che lo avrebbe reso stanco e preoccupato.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa