Giallo di Aosta, fermato all’estero il giovane che era con la ragazza trovata morta

Riconosciuta dai familiari: la vittima è una 22enne di Lione. Un testimone aveva incontrato la coppia in valle: “Erano vestiti come due dark, tutti di scuro”.

Aosta – E’ una ventiduenne francese originaria di Lione la ragazza trovata morta in una chiesetta diroccata sopra La Salle, in Valle d’Aosta. E’ stata identificata dai familiari. L’autopsia ha accertato che è morta dissanguata a causa di alcune coltellate inferte al collo e all’addome che hanno causato una grave emorragia. Il ragazzo che era con lei in valle, un giovane di origini egiziane nato in Italia, è stato fermato all’estero, per gli inquirenti si tratterebbe del presunto assassino.

Da definire anche l’orario stimato della morte e da quanti giorni il corpo si trovasse lassù. La procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio. La vittima era sdraiata per terra nella cappella del villaggio abbandonato di Equilivaz, sopra La Salle, tra Aosta e Courmayeur. Mora di capelli, indossava una felpa beige e dei leggings, aveva un piercing all’ombelico. Accanto al corpo una confezione di marshmallow, qualche cartaccia e dei rifiuti. Con sé non aveva documenti né un telefono cellulare. 

A scoprire il cadavere, venerdì scorso verso le 14.30, era stata una persona del posto che stava facendo una passeggiata. Sul terreno erano evidenti segni di trascinamento, che indicano che il corpo è stato trasportato di peso all’interno dell’ex cappella: l’eventuale aggressione dovrebbe pertanto essere avvenuta all’esterno, in mezzo alla boscaglia.

I carabinieri indagano per omicidio

“Martedì mattina, il 2 di aprile, quei due ragazzi erano qui davanti. Camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri. E ho pensato anche un’altra cosa, per cui adesso provo molta vergogna: lei era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo quello che è successo”. E’ il racconto di un testimone – raccolto e pubblicato dal quotidiano La Stampa.

“Mi sembravano – prosegue il testimone – due di quei ragazzi che si tagliano e si procurano delle ferite. Emo. Dark. Non so come definirli. Ragazzi sofferenti. Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne. Per questo so che non esiste il furgone di cui ho sentito parlare al telegiornale. Perché mi hanno chiesto indicazioni per la fermata del pullman, io li ho accompagnati e li ho visti salire a bordo. Ha sempre parlato lui. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, tutt’altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droghe. Con me è stato gentile. Io non credo che l’abbia uccisa” conclude il testimone. Gli inquirenti sono convinti del contrario.

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