Giada Zanola gettata dal cavalcavia della A4, la confessione all’amica prima di morire

Nuovi sviluppi sull’omicidio della ragazza uccisa a Vigonza dall’ex compagno: un ultimo preoccupante messaggio aggrava la posizione di Favero.

Padova – La sera prima di perdere la vita, Giada Zanola aveva mandato un messaggio a un’amica: “Mi sento fiacca, ci vedo doppio”. Erano le 20.34, al “come mai?” dell’amica, la donna non risponderà più. Una novità raccontata dal Corriere Veneto, a oltre tre mesi dall’omicidio della donna, gettata da un cavalcavia sull’autostrada A4 a Vigonza. Ora spuntano nuovi elementi utili a ricostruire le dinamiche di coppia sfociate nel femminicidio. Dalla ricostruzione dei fatti, il 29 maggio – attorno alle 3,30 di notte – il 38enne Andrea Favero avrebbe tolto la vita alla sua compagna e madre di un figlio piccolo.

Non era la prima volta che Giada Zanola raccontava di disturbi del genere. Nel mese di aprile aveva raccontato di essersi sentita male, aver vomitato e perso conoscenza “dopo aver bevuto un cocktail che mi ha fatto Andrea”. La donna temeva – così come dal racconto all’amica su WhatsApp – di essere stata violentata da incosciente dal suo compagno, che premeva per un secondo figlio. E l’ipotesi che Andrea Favero drogasse la compagna potrebbe essere confermata dagli esami tossicologici eseguiti sul corpo della vittima. Sugli abiti della 33enne è stata riscontrata la presenza di particelle di benzodiazepine, sostanza alla base di numerosi tranquillanti e narcotizzanti.

Giada e Andrea, una relazione in crisi finita in tragedia

Se somministrato in quantità eccessive, il benzodiazepine può portare a uno stato di incoscienza. Zanola, così come riferito dall’autopsia, era viva al momento della caduta dal cavalcavia, ma potrebbe essere stata priva di sensi. Giada aveva paura del compagno, alle amiche raccontava di liti e violenze e della paura di poter diventare vittima di revenge porn. La donna aveva annullato le nozze programmate per il mese di settembre. Nella giornata seguita al ritrovamento del cadavere, Andrea Favero negherà qualsiasi coinvolgimento, per poi confessare tutto agli agenti della squadra mobile. Qualche ora dopo, di fronte al pm, l’uomo negherà di nuovo tutto.

Ma secondo la ricostruzione degli inquirenti la coppia, che ha un bambino di 3 anni, era da tempo in crisi. L’omicidio è avvenuto al culmine di una lite che i due avrebbero avuto mentre si trovavano proprio sul ponte sopra l’autostrada a Vigonza, poco distante da dove abitavano. Quindi la spinta mortale giù dal cavalcavia. Alcune automobili in transito sono riuscite ad evitare il corpo di Giada, poi la donna è stata travolta da un camion. Favero attualmente, in attesa di processo, si trova in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. “Ero sul cavalcavia con lei quella notte ma non so cosa sia successo”, è la sua versione.

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