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Genova, la sindaca Salis registra i primi 11 bambini nati da coppie di donne

La sindaca Salis celebra undici famiglie arcobaleno dopo anni di battaglie legali. Addio al registro della famiglia tradizionale, in arrivo l’Ufficio per i diritti LGBTQIA+.

Genova – Una cerimonia ufficiale nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi segnerà una svolta storica per Genova. Questa mattina, la sindaca Silvia Salis registrerà all’anagrafe i primi undici bambini con due mamme, ponendo fine a sette anni di rifiuti da parte delle precedenti amministrazioni di centrodestra guidate da Marco Bucci.

La decisione arriva dopo la sentenza 68 della Corte Costituzionale del 22 maggio scorso, che ha di fatto abrogato una parte della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, mettendo al centro l’interesse del minore. “Da oggi le famiglie di Genova vedono riconosciuto un diritto dei minori che finora era precluso”, spiega Ilaria Gibelli, avvocata della Rete Lenford e attivista del Liguria Pride, che ha vissuto in prima persona questa battaglia durata sei anni per il riconoscimento della propria figlia.

Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova

Una battaglia lunga sette anni

Mentre altri comuni italiani come Bologna, Palermo, Torino, Milano e Napoli procedevano già da tempo con questi riconoscimenti, Genova si era sempre appellata al vuoto normativo per negare il diritto. L’unica alternativa per le coppie di donne era l’adozione speciale, un percorso “economicamente e psicologicamente oneroso” che costringeva una delle due madri ad adottare il proprio figlio, sottoponendosi per due anni a verifiche di assistenti sociali e psicologi.

“A Genova la battaglia è cominciata nel 2018, quando altri sindaci riconoscevano per via amministrativa i figli di due mamme o due papà utilizzando il profilo di maternità e paternità sociale”, ricorda Gibelli. “Il sindaco Bucci si è sempre rifiutato, appellandosi a un vuoto normativo nel quale altri sindaci invece avevano trovato lo spazio per agire”.

Un cambiamento più ampio

Il riconoscimento all’anagrafe rappresenta solo il primo passo di una più ampia rivoluzione nei diritti civili a Genova. La sindaca Salis ha annunciato l’apertura di un nuovo Ufficio per i diritti LGBTQIA+, finora inesistente, e la cancellazione del registro della famiglia tradizionale voluto dall’amministrazione precedente. Sono inoltre in programma corsi di formazione sui diritti e il linguaggio inclusivo per tutti i dipendenti comunali.

Vittoria parziale

Tuttavia, questa conquista si ferma a metà strada. Dall’ottobre 2024, con l’introduzione del reato universale della gestazione per altri voluto dal governo Meloni, il riconoscimento vale solo per le coppie di donne in cui una delle due abbia partorito il figlio, escludendo completamente i bambini con due papà.

Giorgia Meloni

“È una vittoria a metà ma è molto bello che la sindaca abbia voluto organizzare una cerimonia ufficiale per celebrare questo diritto”, conclude Gibelli. “Per me, per la nostra famiglia, è la conferma che nel 2018 avevamo ragione a sostenere che la genitorialità prescinde da identità di genere e orientamento sessuale”.

La cerimonia è prevista alle 12.30, alla presenza dell’assessore ai Servizi demografici Emilio Robotti. Si tratta di un momento storico per Genova e rappresenterà un segnale importante per tutte le famiglie arcobaleno d’Italia.

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