La Procura di Pavia collega il delitto di Garlasco allo scandalo sessuale del santuario della Bozzola. Si ipotizza un segreto scoperto dalla vittima. Al via nuovi prelievi di Dna.
Pavia – Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, la ragazza di 26 anni trovata uccisa nella sua villetta di via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007. La Procura di Pavia ha aperto un nuovo filone investigativo, legato a un caso che sembrava ormai archiviato: il ricatto sessuale ai danni di don Gregorio Vitali, ex rettore del santuario della Bozzola, figura molto nota nel pavese.
Il ricatto a don Vitali: un caso oscuro legato a pedofilia, estorsioni e misteri religiosi
Il sacerdote fu vittima, nel 2014, di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due cittadini romeni, Flavius Savu e Florin Tanasie, che lo adescavano per poi filmarlo in situazioni compromettenti. In cambio del silenzio, pretendevano somme di denaro. Don Gregorio trovò il coraggio di denunciare, e i due furono condannati per estorsione aggravata. Tuttavia, al momento della sentenza erano già latitanti e da allora risultano irreperibili.
Il “segreto” scoperto da Chiara Poggi: la pista che scuote il cold case
A collegare l’oscuro caso al delitto di Chiara Poggi è una clamorosa ipotesi avanzata dall’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, nuovo indagato nel fascicolo recentemente riaperto. Secondo il legale, Chiara potrebbe aver scoperto un “segreto scomodo” legato proprio al santuario della Bozzola, dove si sarebbero consumati fatti a sfondo sessuale. “Forse Chiara sapeva troppo – ha dichiarato l’avvocato – e qualcuno l’ha uccisa per impedirle di parlare”.
Una ricostruzione che apre inquietanti interrogativi su giri di pedofilia, satanismo e una catena di suicidi inspiegabili in Lomellina, già oggetto di segnalazioni nel corso degli anni.
Prelievi di Dna: via all’incidente probatorio il 17 giugno
Intanto la Procura ha disposto nuovi prelievi di Dna, che saranno eseguiti a Milano il 17 giugno, in vista dell’incidente probatorio. Tra i soggetti interessati ci sono Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, Marco Panzarasa, amico della vittima e di Alberto Stasi (già condannato a 16 anni nel primo processo), amici di Marco Poggi, fratello della vittima. E poi il medico legale che entrò nella villa, oltre ad alcuni investigatori
L’elenco potrebbe ampliarsi: il giudice Daniela Garlaschelli ha dato il via libera all’inserimento di altri nomi, su indicazione di consulenti e avvocati di parte.