Il portavoce Samuele Ciambriello si appella al ministro: “L’emergenza merita un’attenzione costante della politica e delle istituzioni”.
Roma – ”Emergenza carcere. Abbiamo chiesto con urgenza un incontro con il Ministro Nordio”. Così il portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, che si appella al ministro della Giustizia, affinché possa riceverlo insieme agli altri sei membri del Coordinamento della Conferenza dei Garanti territoriali. Alla luce delle dichiarazioni del ministro, il portavoce e il coordinamento dei Garanti territoriali composto da Bruno Mellano, Veronica Valenti, Valentina Calderone, Valentina Farina, Francesco Maisto e Giuseppe Fanfani, chiedono a gran voce un incontro urgente per discutere delle criticità del sistema penitenziario e delle buone prassi da mettere in campo nell’immediato.
“‘Come portavoce e coordinamento dei Garanti territoriali siamo stati accolti dal ministro Nordio lo scorso 7 agosto. Durante il nostro incontro – spiega Ciambriello – aveva dichiarato la disponibilità a sentirci nuovamente, per impegnarci insieme nella realizzazione sinergica di progetti concreti, per l’umanizzazione delle carceri, per il superamento del sovraffollamento e per la prevenzione dei suicidi. Il tema complesso degli istituti penitenziari merita un confronto costante tra più attori. Come già fatto nei mesi precedenti, ho
scritto al ministro Nordio, affinché possa ricevermi con urgenza e in tempi brevi in qualità di portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, insieme agli altri membri del Coordinamento. L’emergenza merita un’attenzione costante e concreta della politica e delle istituzioni: il carcere è una polveriera”.
E ancora, il ministro Nordio ”ha dichiarato di aver integrato nuove risorse finanziarie per l’osservazione psicologica, al fine di contrastare i suicidi nelle carceri. Manifesta ancora una volta la sua contrarietà alla concessione di amnistia e indulto, visti come ‘un incentivo alla recidiva’. Insiste sull’ampliamento dei
penitenziari, additando come causa del sovraffollamento la presenza di stranieri negli Istituti. Un quadro della Giustizia penale e del Settore penitenziario assolutamente non rassicurante”, afferma Ciambriello. ”Noi Garanti abbiamo i dati in bianco e nero delle carceri, dove sono presenti più di ottomila detenuti che devono scontare soltanto un anno di carcere e più di tremila appena sei mesi, e non hanno reati ostativi”.
“Per noi Garanti non serve edificare nuove carceri; infatti, lo stesso ministro Nordio ha dichiarato che per aprire nuovi istituti penitenziari ci vogliono tempi molto lunghi. Per noi è chiaro che serve invece costruire un sistema penitenziario che sia nuovo nel trattamento, nell’affettività, nella concessione delle misure alternative, nella depenalizzazione dei reati minori, nell’umanizzazione della pena”, conclude. Ciambriello si riferisce al passaggio della relazione del ministro sull’amministrazione della giustizia sull’emergenza sovraffollamento che ha creato non poche polemiche negli ultimi mesi e che è stata anche al centro dell’apertura del Giubileo con l’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia.
Nordio ha ribadito: “Contro il sovraffollamento lavoriamo in tre direzioni, escludendo amnistie – ha ribadito Nordio – che manifesterebbero una debolezza dello Stato e sarebbero un incentivo alla recidiva”. I tre aspetti su cui si lavora, ha fatto notare il ministro, sono “l’eventuale detenzione differenziata per tossicodipendenti, “l’espulsione degli extracomunitari che ancora non lo sono per ragioni burocratiche di magistratura di sorveglianza” e “agendo nei confronti della carcerazione preventiva”.