Furti ai bancomat e accesso abusivo ai sistemi informatici

I carabinieri hanno arrestato tre uomini: su due degli indagati pendeva un mandato d’arresto europeo emesso dalle autorità del Belgio.

Roma – I carabinieri con il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, eseguono una ordinanza cautelare che dispone il carcere nei confronti di tre uomini: sono gravemente indiziati di essere cyber criminali specializzati in “jackpotting”, per furti digitali ai bancomat.

I carabinieri del Gruppo di Frascati, su delega dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma, del dipartimento “Criminalità diffusa e grave”, hanno dato esecuzione a un’ordinanza – emessa dal Gip presso il tribunale di Roma, nei confronti di tre uomini, di nazionalità romena, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di accesso abusivo ai sistemi informatici e furto aggravato o tentato, compiuti presso vari sportelli bancomat, nella Capitale e su tutto il territorio nazionale con la tecnica conosciuta con gli pseudonimi di “Jackpotting” o “Cashout”.

È una tecnica, abbastanza nuova in Italia, usata da cyber criminali negli Stati Uniti e in vari Paesi europei: dopo aver manomesso fisicamente lo sportello bancomat, viene introdotto un malware o un dispositivo che impartisce comandi al software dell’istituto di credito, inducendo la macchina ad erogare banconote. Perché ciò avvenga è necessaria la presenza di persone sul posto che operano i collegamenti fisici e di complici collegati da remoto che operano il collegamento informatico tra il sistema operativo dell’ATM e il malware inoculato, obbligando il macchinario ad erogare denaro.

L’attività investigativa, condotta dai carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, è stata avviata in seguito a due tentativi di furto commessi in danno di un istituto di credito di via Casilina a Roma ed attuati con lo stesso modus operandi. In particolare, ignoti dopo aver danneggiato la parte frontale dell’ATM e collegandosi alla macchina attraverso i cavi di rete, hanno tentato di farle erogare banconote, senza riuscirci per cause non dipendenti dalla loro volontà.

I successivi accertamenti, coordinati da magistrati della Procura della Repubblica di Roma, del dipartimento “Criminalità diffusa e grave” hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dei tre indagati circa l’esistenza di una vera e propria organizzazione in cui due sono indiziati di essere i capi, i promotori e gli esecutori e il terzo solo esecutore della manomissione degli sportelli bancomat attraverso l’introduzione di un malware nel software dell’ATM, idoneo ad indurre la macchina ad erogare indebitamente banconote.

Nel corso dell’attività investigativa, due degli indagati sono stati arrestati, in esecuzione di un Mandato d’Arresto Europeo emesso dalle Autorità del Belgio, in quanto già indiziati di appartenere ad un’organizzazione criminale a carattere transnazionale, finalizzata alla commissione di reati analoghi a quelli oggetto della misura in esecuzione, occorsi nei comuni belgi di Sint-Niklaas e Dessel, rispettivamente il 14 e il 17 novembre 2021.