Una società marchigiana e una romana coinvolte in una frode da oltre 720mila euro basata su corsi di formazione mai svolti. Denunciati imprenditori e consulente fiscale.
Macerata – Una maxi frode fiscale da oltre 720mila euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Macerata nel distretto calzaturiero marchigiano. Le indagini, avviate da un’ordinaria verifica fiscale, hanno portato alla luce un sofisticato sistema truffaldino orchestrato da un’azienda locale con la complicità di una società romana, volto a generare crediti d’imposta inesistenti da utilizzare per compensazioni illecite.
Il raggiro, secondo quanto accertato dai finanzieri, si fondava su falsi contratti, fatture per operazioni mai effettuate e documentazione fittizia relativa a corsi di formazione per dipendenti, in realtà mai svolti.
Crediti falsi e formazione fantasma
L’indebito vantaggio fiscale è stato ottenuto attraverso l’utilizzo del Piano Nazionale Formazione 4.0, strumento di incentivazione destinato alla crescita professionale dei lavoratori. Tuttavia, grazie anche all’analisi forense condotta da militari specializzati in Computer Forensics e Data Analysis, è emerso che i corsi non erano mai stati organizzati e che i costi dichiarati non erano stati sostenuti. Le anomalie riguardavano anche i registri presenze, le relazioni dei docenti e gli altri documenti prodotti per giustificare i falsi crediti.
Grazie a questi artifici, l’azienda marchigiana è riuscita ad abbattere gran parte del proprio debito tributario e contributivo, in modo fraudolento.
Denunciati imprenditori e consulente fiscale
Al termine delle indagini, i rappresentanti legali delle due società sono stati denunciati per emissione e utilizzo di fatture false e indebita compensazione di crediti inesistenti. Coinvolto anche un consulente fiscale, accusato di concorso nel reato: secondo gli investigatori, era pienamente consapevole della natura fittizia dei corsi e ne avrebbe addirittura suggerito lo svolgimento simulato per generare i benefici fiscali.
Le imprese coinvolte sono state inoltre segnalate per responsabilità amministrativa ai sensi del D.Lgs. 231/2001, per i reati tributari commessi dai rispettivi amministratori.
Pagati già 600 mila euro con il ravvedimento operoso
Nel corso della verifica fiscale, la società marchigiana ha avviato la procedura di ravvedimento operoso per regolarizzare la propria posizione, versando finora circa 600.000 euro in più rate, a fronte dei crediti indebitamente utilizzati.
L’operazione si inserisce nel più ampio piano di contrasto alle frodi fiscali condotto dalla Guardia di Finanza, con particolare attenzione a fenomeni legati alla circolazione di crediti d’imposta fittizi, anche in relazione ai fondi erogati dal PNRR.