La Procura ha fatto notificare avvisi di garanzia per venti dipendenti del Policlinico, dove il 4 settembre scorso morì Natascia Pugliese.
Foggia – La Procura ha fatto notificare avvisi di garanzia per venti dipendenti del Policlinico, dove il 4 settembre scorso morì Natascia Pugliese. La giovane di Cerignola il 14 settembre avrebbe compiuto 23 anni. Era stata trasferita al Policlinico il 19 giugno, a causa delle gravi ferite riportate dopo essere stata travolta mentre era in monopattino. Dopo il decesso, una cinquantina di persone tra parenti e amici avevano organizzato una “spedizione punitiva” contro il personale medico che era stato costretto a chiudersi in una stanza. In tre rimasero feriti.
Gli inquirenti, riporta il Corriere della Sera, dovranno accertare se medici e infermieri del Policlinico Riuniti abbiano “cagionato o cooperato nel cagionare per colpa il decesso di Natascia Pugliese omettendo prestazioni sanitarie”. L’inchiesta è della procura di Foggia e l’iscrizione di medici e infermieri nel registro degli indagati è un atto dovuto poiché domani si svolgerà l’autopsia sul corpo della ragazza, che sarà eseguita dal professor Vittorio Fineschi, che in passato è stato anche direttore del reparto di Medicina Legale del Policlinico Riuniti di Foggia.
Gli indagati potranno, infatti, così nominare anche loro un consulente di parte che potrà assistere all’autopsia. Sul decesso della ragazza anche la direzione generale dei Riuniti ha aperto una indagine interna. Ma dopo l’escalation di violenza ai danni del personale sanitario del policlinico pugliese, con tre aggressioni nel giro di pochi giorni, il direttore generale Giuseppe Pasqualone ha lanciato l’allarme: “Se continuiamo così finiremo per chiudere il pronto soccorso perché rimarremo senza medici, infermieri e operatori sanitari”, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa.
“Il mio appello – aveva aggiunto – è al rispetto del personale in servizio perché è bravo e lo dicono i dati a livello nazionale. Il policlinico di Foggia è posizionato tra i migliori in Italia. In pronto soccorso si lavora in condizioni difficili, abbiamo un organico dimezzato, non riusciamo a recuperare medici e i cittadini che arrivano in condizioni non gravi devono aspettare, devono avere pazienza”.