Fiumi di droga dai Balcani e dal Belgio, stroncato traffico internazionale

Maxi-operazione della Gdf di Trento: scoperte 4 associazioni a delinquere. Indagate 46 persone, sequestrati 22 milioni di euro.

Trento – Maxiblitz antidroga stamani nelle province di Bolzano, Milano, Padova e Brescia, dove i finanzieri del Comando provinciale di Trento hanno eseguito l’ordine di custodia cautelare nei confronti di 46 persone, di cui 34 di nazionalità straniera (Albania, Tunisia, Iraq, Inghilterra e Francia), accusate di far parte di quattro associazioni per delinquere, di cui due a carattere transazionale.

Interconnesse tra loro, erano dedite al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish, marijuana, eroina e crack), provenienti dall’Albania e dal Belgio e destinate quasi interamente al territorio del Trentino Alto Adige. Trentacinque sono state portare in carcere e 11 sottoposte a obblighi di dimora. Sequestrati anche beni e denaro per circa 22 milioni di euro.

L’operazione è stata condotta dai finanzieri di Trento con l’aiuto di personale dello S.C.I.C.O., dei reparti territoriali del Corpo sul territorio nazionale, dalle unità A.T.P.I e cinofile del Corpo e con il supporto di un elicottero della Sezione aerea di Bolzano, insieme agli agenti della polizia di Stato.

L’operazione ha impegnato ben 150 tra militari e agenti da tutto il nord Italia

Le investigazioni, svolte sotto la direzione della D.D.A. di Trento, sono iniziate nell’aprile 2021 quando le Fiamme Gialle hanno arrestato, in flagranza di reato, un albanese residente nella piana rotaliana per la detenzione di 100 g di cocaina.

I finanzieri hanno riscontrato che l’uomo apparteneva a un gruppo criminale, composto da 6 persone anch’esse prevalentemente di origini albanesi, che tramite fitti rapporti con connazionali faceva pervenire la droga in Trentino direttamente dall’Albania tramite corrieri che attraversavano la rotta balcanica. Approfondendo le indagini, i militari hanno quindi scoperto la presenza nel territorio trentino e altoatesino di altri 3 gruppi criminali, anch’essi associati e interconnessi, ricostruendone il modus operandi.

In particolare, la seconda associazione a delinquere, composta da 16 soggetti quasi tutti di origine albanese, acquistava lo stupefacente da fornitori del nord Europa, specialmente in Belgio. La droga arrivava sul territorio nazionale dal Brennero, trasportata da almeno due autovetture per ogni viaggio.

La droga sequestrata alimentava un giro d’affari per milioni di euro

Giunta in provincia di Trento, la “balena”, appositamente modificata con doppi fondi per occultare gli ingenti quantitativi di droga che trasportava (circa 30 Kg. per tratta), si fermava, per non destare sospetti ed evitare controlli all’uscita dei caselli autostradali, presso alcune aree di servizio dell’A22. A quel punto arrivava la seconda auto, che fungeva da “staffetta” e procedeva a caricare l’auto occupandosi, infine, della consegna dello stupefacente ai pusher operanti le piazze di Rovereto, Mori e Trento.

Gli altri due gruppi criminali individuati erano composti rispettivamente da tunisini e albanesi, che si rifornivano dalle organizzazioni criminali: la prima dedita allo spaccio, anche di crack, prevalentemente nelle piazze di Trento e della bassa Valsugana; la seconda, su cui si sono concentrate le investigazioni della squadra Mobile di Bolzano, operava soprattutto nel capoluogo altoatesino.

I militari hanno scoperto, grazie anche all’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, che gli indagati, i cui vertici erano legati da forti vincoli di parentela, controllavano una fitta rete di pusher e referenti territoriali, che utilizzavano sistemi di comunicazione criptati. I malviventi si avvalevano di appartamenti, garage e attività commerciali come nascondigli o basi logistiche per la conservazione, taglio, confezionamento, occultamento e spaccio delle sostanze stupefacenti, nonché per la custodia del denaro. In alcuni di essi i finanzieri hanno rinvenuto presse, bilancini e materiale per il confezionamento delle dosi. Lo stoccaggio e lo spaccio avvenivano invece in un bar (oggi chiuso) di Rovereto, un bar-tabacchi di Trento e un locale per la somministrazione di alimenti e bevande di Bolzano.

Nel corso delle operazioni sono stati impiegati anche i cani antidroga

Nel corso delle investigazioni, i militari, coadiuvati dalle unità cinofile, hanno quindi arrestato, in flagranza di reato, 15 persone. Quasi 24 Kg. di hashish, 20 di marijuana e 21 di cocaina sono stati sequestrati, insieme a contanti per oltre 220 mila euro.

Secondo gli investigatori gli episodi di spaccio sono stati oltre 630, per un totale di circa 41 Kg di cocaina, 84 di marijuana, 35 di hashish, 6 di eroina e 115 g. di crack distribuiti.

Il giro di affari garantito dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti era, con oltre 165 Kg. di droga ceduta, di circa 22 milioni di euro. La Magistratura ha quindi disposto il sequestro dei conti correnti, di 28 beni immobili e le due attività commerciali di Bolzano e Trento.

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