Firenze, i carabinieri TPC consegnano 84 reperti archeologici alla Soprintendenza

Gli oggetti, tra i quali molte anfore, sono databili tra il VII secolo a.C. e il VII d.C. e appartenevano a una collezione privata.

Firenze – Il Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Livorno ed il Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Firenze, hanno restituito 84 reperti archeologici alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri.

L’attività investigativa del personale del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze è nata in seguito a una segnalazione in merito alla presenza di numerosi beni archeologici all’interno di un complesso immobiliare. I successivi accertamenti, condotti con l’ausilio della locale Arma territoriale ed alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, permettevano di accertare l’autenticità dei reperti archeologici e, quindi, essendo privi di alcuna documentazione attestante la lecita provenienza, di sequestrarli immediatamente.

In particolare, l’esame tecnico-scientifico condotto da funzionario archeologo della Soprintendenza, posizionava i reperti in un periodo cronologico che va dal VII secolo a.C. al VII d.C. I manufatti si possono collocare all’interno di due grandi gruppi: il primo è costituito da ceramica apula, ionica ed attica, appartenenti ad un unico contesto funerario; il secondo da ceramica etrusca di ambito ceretano probabilmente appartenenti allo stesso corredo. Quindi, alcune anfore romane, di datazione diversa, provenienti da differenti contesti. I beni costituivano parte di una collezione ricevuta per eredità, presumibilmente acquistati illegalmente negli anni 70-80.

Alla luce di quanto accertato nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, in virtù della normativa vigente prevista dall’art. 91 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.Lgs nr. 42/2004, ne ha disposto la restituzione alla Soprintendenza.

In particolare, l’attuale normativa attribuisce allo Stato la proprietà degli oggetti di interesse artistico, storico e archeologico rinvenuti sotto terra o in mare a partire dall’anno 1909, facendo riferimento alla Legge n. 364 del 1909. Dopo tale data il possesso di reperti archeologici è ritenuto lecito solo in presenza di documenti o altri titoli che ne attestino il regolare acquisto o lascito ereditario, oppure di consegna dei suddetti reperti da parte dello Stato quale quota parte del premio di rinvenimento.

La restituzione allo Stato di questa importante collezione archeologica costituisce un’ulteriore occasione di riflessione sulla particolare tutela che la legge italiana riserva al patrimonio archeologico. Il risultato di oggi è un esempio concreto della sinergia tra la Magistratura, i vari reparti dell’Arma dei Carabinieri e le varie articolazioni del Ministero della Cultura, come in questa occasione ove è risultato fondamentale l’apporto ricevuto dalla Soprintendenza competente.

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