Fiori, emozioni e paesaggi: a Padova i colori di Monet nel trionfo dell’Impressionismo

Al Centro Altinate San Gaetano l’esposizione dedicata al grande artista francese in occasione dei 150 anni dalla nascita della corrente artistica che aprì alla modernità.

Padova – Claude Monet (1840-1926), il padre dell’Impressionismo, è uno degli artisti più amati di sempre. In occasione dei 150 anni dalla nascita della corrente artistica forse più amata dal grande pubblico, Il Centro Altinate San Gaetano di Padova espone oltre cinquanta capolavori eccezionalmente prestati dal Musée Marmottan Monet di Parigi – tra cui le famosissime Ninfee, gli Iris e i Paesaggi londinesi – nell’ultima mostra che sarà esposta in Italia per i prossimi anni. “Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi” apre il 9 marzo in un allestimento accattivante e arricchito da contenuti video.

Claude Monet (1840-1926). Il treno nella neve. La locomotiva, 1875. Olio su tela, 59×78 cm. Parigi, Musée Marmottan Monet, dono Eugène e Victorine Donop de Monchy, 1940 Inv. 4017 © Musée Marmottan Monet, Paris

Era il 15 aprile 1874 quando, nella galleria del fotografo Félix Nadar in boulevard des Capucines 35 a Parigi, venne inaugurata una mostra che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’arte.
Una mostra “indipendente”, lontana dai canonici stilemi compositivi e accademici, con centosessantacinque opere eseguite da trentuno artisti appartenenti alla cosiddetta “Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori”, tra cui gli allora sconosciuti Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cezanne, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Edgar Degas, Berthe Morisot. Opere ritenute sovversive e che non incontrarono un esito positivo di pubblico e critica portando a un completo fallimento dell’esposizione.

Una rivoluzione che prese il via proprio dal titolo di un’opera di Claude Monet “Impression, soleil levant” dipinta nel 1872 e attualmente custodita presso il Musée Marmottan Monet di Parigi, in cui viene impressa sulla tela l’impressione di un sole che sorge, una fugace sensazione piuttosto che una vivida riproduzione della realtà, mettendo al centro il colore e la luce.
È da questo capolavoro di Monet che il critico Louis Leroy coniò il termine “Impressionismo”, il momento dal quale tutto ebbe inizio, consacrando il movimento impressionista come la corrente artistica più amata dal grande pubblico in tutto il mondo.

Le opere esposte nella mostra sono quelle conservate al Musée Marmottan Monet di Parigi, che custodisce la più grande e importante collezione di dipinti dell’artista francese, frutto della generosa donazione fatta dal figlio Michel nel 1966. Sono le opere a cui Monet teneva di più, le “sue” opere, quelle che l’artista ha conservato gelosamente nella sua casa di Giverny fino alla morte, da cui non ha mai voluto separarsi.

Claude Monet (1840-1926), Campo di tulipani in Olanda, 1886. Olio su tela, 54×81 cm. Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5173 © Musée Marmottan Monet, Paris

Si tratta di capolavori quali Ritratto di Michel Monet con berretto a pompon (1880), Il treno nella neve. La locomotiva (1875), Londra. Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905), oltre a tutte le opere di grandi dimensioni come le eteree Ninfee (1917-1920) e gli evanescenti Glicini (1919-1920). La mostra è quindi anche un viaggio nel mondo intimo di Monet, nella sua casa e nella sua anima.

La mostra, promossa dal Comune di Padova, è prodotta ed organizzata da Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi ed è curata da Sylvie Carlier, curatrice generale del Musée Marmottan Monet, con la co-curatela della storica dell’arte Marianne Mathieu e l’assistente alla curatela del Musée Marmottan Monet Aurélie Gavoille. Catalogo edito da Skira.


Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris
Centro Altinate San Gaetano, Padova
Informazioni: www.arthemisia.it/it/monet-padova-informazioni

Immagine in apertura: Claude Monet (1840-1926), Ninfee, 1916-1919 circa. Olio su tela, 130×152 cm.
Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966. Inv. 5098 © Musée Marmottan Monet, Paris

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