Due uomini sfruttano l’invalidità di un pensionato simulando acquisti per la casa e lucrando su bonifici non autorizzati attraverso l’home banking.
Reggio Emilia – Approfittando della condizione invalidante di un pensionato, con disabilità riconosciuta al 100%, in diverse occasioni, lo inducevano ad acquistare alcune apparecchiature per la casa senza rilasciargli alcuna ricevuta attestante l’avvenuto pagamento per poi ripresentarsi e farsi consegnare altro danaro adducendo il mancato pagamento dei beni acquistati arrivando anche ad utilizzare lo smartphone per effettuare tramite l’home banking dell’invalido sostanziosi bonifici a favore dei rispettivi conti. Condotte delittuose, quelle messe in piedi da due uomini, che nel giro di tre anni hanno causato l’esborso di circa 25.000 euro da parte della vittima.
È stato un familiare dell’invalido ad accorgersi che qualcosa non andava tanto che i due presentatisi l’ultima volta lo scorso mese di luglio ed appreso che l’invalido non poteva più operare sul conto in quanto vi provvedeva un familiare si sono allontanati senza farsi più vedere. Per questi motivi con l’accusa di circonvenzione di incapace i carabinieri di Montecchio Emilia, a conclusione delle indagini condotte, hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci, un uomo di 30 anni residente a Reggio Emilia e l’amico di 29 anni abitante a Parma.
Secondo quanto ricostruito da carabinieri di Montecchio Emilia che hanno condotto le indagini l’uomo reggiano conosceva la vittima da una decina di anni essendone il suo broker energetico che lo consigliava sul gestore di energia da scegliere. Un rapporto che negli hanno ha consolidato la fiducia verso il broker tanto che su richiesta di quest’ultimo la vittima riceveva la visita di un suo amico che gli vendeva uno ionizzatore d’aria del valore di 3.450 euro. Una vendita a cui ne sono seguite altre con i due che successivamente alle vendite si presentavano alla vittima ottenendo ulteriori esborsi di somme pretese per le vendite adducendone i mancati pagamenti.
Ma non solo i due in altre occasioni presentatisi presso l’abitazione dell’invalido facendogli intendere di voler risolvere il pagamento, peraltro già fatto, di un erogatore d’acqua ottenevano il suo smartphone e le credenziali per l’home banking che utilizzavano per rimpinguarsi i rispettivi conti di 4.000 e 5.000 euro.