Finisce l’incubo di Stefano Conti, prigioniero a Panama dal 2022: è stato liberato

A dare la notizia il parlamentare di Fdi Di Giuseppe, che ha seguito il suo caso insieme a quello dei 2mila italiani detenuti nel mondo.

Roma – Stefano Conti è libero. Il trader è stato dichiarato innocente al processo a Panama. Lo annuncia Andrea Di Giuseppe, parlamentare di Fratelli d’Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America. “Dopo aver rischiato 30 anni di galera e averne trascorsi quasi due in una prigione di massima sicurezza a Panama in regime di carcere preventivo, Stefano Conti è stato dichiarato innocente”, scrive Di Giuseppe su Facebook. “Lui era uno dei duemila italiani detenuti nel mondo che non hanno mai avuto un giusto processo. Come altri nostri connazionali, dopo il mio intervento, l’accusa nei suoi confronti è risultata infondata. Stefano ha avuto giustizia ed è tornato libero”.

Arrestato nel 2022, era arrivato in un’aula di un tribunale straniero ammanettato, in ceppi e catene. Il trader italiano agli arresti a Panama ha passato gli ultimi mesi ai domiciliari ma la prima parte della detenzione l’ha passata rinchiuso a La Joya, una tra le carceri tra le più dure del mondo. Durante il processo c’era stato ad un certo punto un significativo colpo di scena che doveva cambiare le carte in tavola. Perché le sue presunte vittime lo avevano scagionato da ogni accusa sostenendo di essere state oggetto di “pressioni e minacce da parte del pm”.

L’incubo di Stefano Conti, detenuto a Panama e ora liberato

“Chiedo a tutti: se quelle ragazze dicono di non essere più parti offese, di cosa sono accusato? Per cosa sono stato rinviato a giudizio? Qualcuno ce l’ha con me – si era difeso Conti – perché ho fatto resistenza, è evidente: ho denunciato la Procura per cospirazione. Ho sopportato troppo e ho speso tutto quello che potevo per pagare sette avvocati. Adesso basta. Cosa dovrei fare, restare qui in balia degli eventi in attesa che mi facciano il processo il prossimo febbraio? Il governo italiano mi deve aiutare, che mi facciano un processo, ma in Italia, nel rispetto dei diritti civili”.

A raccontare la sua storia era stato proprio il deputato di Fratelli d’Italia (FdI), Andrea di Giuseppe, presente alla prima udienza del processo nel Paese sull’istmo che collega l’America centrale a quella del Sud. “Sono a Panama per la prima udienza del processo a Conti – aveva detto prima di entrare in Aula -, il nostro connazionale detenuto, da quasi 500 giorni, in regime di carcere preventivo in una struttura di massima sicurezza. Grazie al mio intervento, alcuni mesi fa Conti ha ottenuto gli arresti domiciliari e oggi avrà finalmente un processo. Non entro nel merito delle accuse perché non è mio compito ma, da parlamentare, il mio ruolo prevede che io tuteli i miei connazionali e faccia rispettare le leggi internazionali”. Poi, finalmente la notizia della sua liberazione.

Maurizio Cocco con la moglie

“Ringrazio il Governo nella persona del vice ministro Cirielli e del sottosegretario Silli, e l’ambasciatore italiano a Panama Nicoletti. Ora, dobbiamo riportare a casa l’ingegner Cocco, detenuto in Costa d’Avorio”, ha detto Di Giuseppe dopo la liberazione di Conti. Maurizio Cocco, il 62enne ingegnere ed imprenditore di Fiuggi dal 2 giugno scorso, scaduti i termini della detenzione di due anni nel carcere di Abidjan in Costa d’Avorio con l’accusa di frode fiscale e associazione a delinquere, sarebbe dovuto tornare ad essere un uomo libero. Ha infatti scontato con effetto retroattivo la condanna inflittagli un mese prima, il 7 maggio scorso. E invece Cocco è tuttora recluso nel carcere della capitale ivoriana.

Ma cosa è accaduto? Il giudice ha prolungato la detenzione preventiva di Cocco – oltre i termini già scaduti – alla luce di ulteriori accuse – perché proseguono le indagini con le accuse di traffico internazionale di droga e riciclaggio di danaro. Cocco è in carcere da due anni con l’accusa di essere un narcotrafficante ed un riciclatore di denaro. Accuse che sono cadute quando finalmente è stato celebrato un processo, lo scorso 7 maggio. Il tecnico ciociaro si è sempre professato innocente. Lo crede anche la moglie Assunta Giorgilli. Prima di Natale, il 21 dicembre, la donna si è incatenata i piedi e ha protestato di fronte a Palazzo Chigi per accendere i riflettori sull’incubo giudiziario di cui il marito è prigioniero. L’uomo è stato assolto dai reati più gravi mentre ha ampiamente scontato la pena per quelli più lievi. Ma non si muove foglia.

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