Sprechi, frodi e flop: 3 film su 4 tra quelli finanziati non sarebbero mai usciti in sala. 345 produzioni coinvolte, 122 già sotto indagine.
Roma – Si chiama “Filmopoli” ed è l’ultimo scandalo nel mondo del cinema italiano: decine di film fantasma finanziati dallo Stato con il Tax Credit, il bonus fiscale pensato per sostenere l’industria cinematografica, ma finito nelle mani di furbetti del set che hanno incassato milioni senza mai girare o distribuire le opere.
Tra il 2022 e il 2023, scrive “blitzquotidiano.it” ben 345 pellicole hanno ottenuto il Tax Credit, ma 3 su 4 non sono mai arrivate in sala. I fondi pubblici, destinati a sostenere un settore fragile, sono stati spesso usati in modo distorto, trasformando lo strumento in una macchina di sprechi e truffe.
Un caso emblematico è quello del film “Prima di andare via” del regista Massimo Cappelli: 2 milioni di euro di budget, 669.461 euro di contributi pubblici, ma solo 29 biglietti venduti. Non è un’eccezione: decine di opere registrano incassi irrisori a fronte di spese milionarie. L’inchiesta ha portato alla luce spese assurde. Nel caso del film “Ciak, si mangia”, il produttore ha ottenuto 4 milioni di euro di contributi pubblici, dichiarando tra i costi 80 mila euro di carta igienica. Il risultato? Solo 13mila euro incassati al botteghino.
Il Ministero della Cultura ha denunciato numerose opere per irregolarità nei costi e documentazione carente o anomala. A oggi sono stati attivati 185 accertamenti per un totale di 347 milioni di euro. Di questi, 122 casi sono già finiti all’attenzione degli inquirenti. La sottosegretaria Lucia Borgonzoni ha confermato: “Abbiamo segnalato 122 opere agli inquirenti. I controlli stanno coinvolgendo tutti i livelli della filiera”.