Femminicidi: ok ddl sulle spoglie delle vittime. Stop a inquinamento delle prove

In Senato passa la proposta di legge Bongiorno. Spesso l’autore di un delitto può sfruttare le norme esistenti per far cremare il corpo.

Roma – Con 107 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto, il Senato ha approvato la proposta di legge della leghista Giulia Bongiorno che impedisce al partner imputato di femminicidio di disporre delle spoglie mortali della vittima. Il provvedimento passa ora alla Camera. “Esprimo soddisfazione per l’approvazione in prima lettura del mio ddl contro l’inquinamento delle prove in caso di femminicidio. Spesso l’autore di un delitto può sfruttare le norme esistenti per far cremare il corpo della sua vittima. In questo modo, però, si disperdono prove essenziali, perché anche a distanza di anni si possono fare accertamenti sui cadaveri”, afferma la senatrice della Lega Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama.

Per Bongiorno è “intollerabile che il soggetto iscritto nelle notizie di reato abbia quindi la possibilità di far scomparire tracce presenti sul corpo della donna avvalendosi dei diritti in materia di disposizione delle spoglie. Con questa legge, grazie alla Lega, diciamo stop all’inquinamento delle prove”. Con l’approvazione in prima lettura del ddl Bongiorno contro l’inquinamento delle prove in caso di omicidio, “facciamo un passo avanti per difendere la dignità delle vittime. Si colma un vuoto legislativo, che permette a chi è in sospetto di aver ucciso il familiare di decidere delle sorti delle spoglie: una battaglia di giustizia della Lega, non solo per evitare che il sospettato inquini le prove, ma anche per rispettare la vittima, perché il carnefice non può disporre del suo corpo”, afferma Erika Stefani, capogruppo Lega in commissione Giustizia.

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