La Commissione d’inchiesta commenta la notizia dell’imputazione coatta per Ranieri Guerra e 3 ex dirigenti del Ministero della Salute.
Roma – “L’imputazione coatta decisa dal Tribunale di Roma per il mancato aggiornamento del piano pandemico nei confronti dell’allora rappresentante Oms nonché direttore generale del Ministero della Salute, Ranieri Guerra, e di altri due direttori ministeriali, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino, conferma quanto noi, come Fratelli d’Italia, abbiamo sempre denunciato: l’Italia era impreparata ad affrontare la pandemia di Covid a causa dell’inadempienza dell’allora governo. Lo stesso Governo che ha nominato i dirigenti oggi imputati nel Cts, l’organo che ha guidato il Paese durante quella difficile stagione storica”. Così in una nota i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid.
E’ di ieri la notizia che il gip di Roma, Anna Maria Gavoni, ha disposto l’imputazione coatta per l’ex numero due dell’Oms Ranieri Guerra in relazione al mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale del 2006. Oltre che per Guerra, all’epoca direttore generale del Ministero della Salute, l’imputazione coatta è stata decisa anche per Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino, ex direttori dell’Ufficio 5 del Ministero. Nei loro confronti era stata disposta in precedenza l’archiviazione nell’ambito di uno stralcio dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid poi trasferita per competenza a Roma, al Tribunale dei Ministri.
La giudice che riapre in parte il caso del mancato piano, sottolinea che c’erano indicazioni precise dalle istituzioni europee dell’”urgenza sostanziale” di redigere questo atto. La gip dunque ritiene che gli elementi acquisiti nell’indagine della Procura di Bergamo “debbano essere opportunamente vagliati” in dibattimento per accertare se l’atto doveva essere compiuto e invece è stato omesso “proprio perché esso non stabilisce obblighi ma consente l’adozione di misure anticipatori”. In sostanza, viene chiesto di chiarire se il non aver predisposto il piano abbia poi avuto degli effetti sulle conseguenze della pandemia da covid.
Nella nota la commissione Covid, “fortemente voluta da Fratelli d’Italia al netto dell’ostruzionismo della sinistra“, ribadisce che “oltre a indagare finalmente in modo approfondito e senza censure su diversi aspetti della pandemia, sta contribuendo a mantenere viva l’attenzione su quei drammatici errori. Seguiremo con attenzione gli sviluppi giudiziari e proseguiremo nella ricerca della verità”. La decisione del gip di Roma “riapre la partita delle responsabilità sulla gestione della pandemia in Italia, dopo le archiviazioni del Tribunale dei Ministri ed è conseguente all’opposizione all’archiviazione presentata a suo tempo da alcuni dei familiari delle vittime del virus riuniti nell’Associazione #Sereniesempreuniti”.
Per l’avvocato Roberto De Vita l’imputazione coatta per il suo assistito Ranieri Guerra “è una decisione in palese contrasto con l’approfondita indagine e la valutazione della Procura che aveva richiesto l’archiviazione“. La decisione del gip di Roma, dice il legale all’AGI, “appare basata su una prospettiva di esplorazione dibattimentale ipotetica per il professor Guerra che aveva cessato le sue funzioni nel 2017”.