L’esposto sarà inviato alla Procura di Civitavecchia, ma d’indagine si dovrà fermare come stabilisce l’articolo 68 della Costituzione.
Roma – Piero Fassino e il presunto furto del profumo. Non sarebbe la prima volta, forse lo avrebbe fatto altre due volte. Ne è convinta la Polaria, che pensa che i dipendenti del duty free di Fiumicino possano raccontare molto sui trascorsi dell’ex sindaco di Torino e deputato Pd tra gli scaffali dei prodotti dell’aeroporto. Gli agenti della polizia aeroportuale che verificano il taccheggio del 15 aprile scorso, lunedì procederanno ad ascoltare le testimonianze dei dipendenti, che potrebbero aggiungere dettagli importanti alla vicenda.
Lui, Piero Fassino, assistito dall’avvocato Fulvio Gianaria, si difende dicendo di essere vittima di una “aggressione mediatica”. Ma quale è la verità? Difficile dirlo senza leggere le carte e vedere le immagini registrate dalle telecamere del duty free. L’ex segretario Ds, due volte ministro, avrebbe fatto scivolare la boccetta di profumo in tasca. Immagine ripresa e conservata secondo un protocollo di sicurezza in attesa di essere consegnata nelle mani del pm di Civitavecchia che si occuperà del caso.
Fassino continua a dire che si tratta di un “equivoco“, ma la società che gestisce lo spaccio aeroportuale avrebbe parlato con gli agenti di almeno “altri due episodi sospetti” in questa vicenda. Dalle verifiche eseguite nel duty free dalla Polaria sarebbe emerso che in passato il deputato dem fosse già stato sorpreso dalla vigilanza con articoli in vendita non pagati. In quei casi, però, avrebbe poi subito saldato il conto. Questa volta invece, i proprietari del duty free hanno deciso di presentare una denuncia. Un esposto che ora arriverà ai magistrati della Procura di Civitavecchia.
L’ex sindaco di Torino, attraverso il suo legale, ha detto: “Un banale e increscioso episodio che avrebbe meritato un approfondimento pacato si sta clamorosamente trasformando in aggressione mediatica, un vero e proprio processo parallelo che trova come unica spiegazione il cognome noto del cittadino coinvolto. D’accordo con Fassino rinvio ogni commento alla futura piena lettura degli atti”. Subito dopo la diffusione della notizia, tra l’altro, Fassino aveva fatto sapere che si era trattato solo di un equivoco. Pare avesse le mani occupate, e per questo si sarebbe messo il profumo in tasca. Ma comunque con l’intenzione di pagare.
Ora l’esposto giungerà alla Procura di Civitavecchia ma d’indagine si dovrà fermare perché l’eventuale processo si potrà fare solo quando Fassino tonerà a essere un privato cittadino, come prevede l’articolo 68 della Costituzione. La norma stabilisce infatti che per tutti i reati che non prevedono l’arresto obbligatorio, il procedimento penale deve essere sospeso. Il cuore del procedimento riguarda comunque la recidiva, se c’è stata o meno.