Farmacia a un passo dalla chiusura

Manifestazione partecipata della cittadinanza, mentre si avvicina la scadenza per la decadenza. Il farmacista contesta l’operato del Comune.

Torricella in Sabina – Una mobilitazione sentita e composta ha animato lo slargo sulla Salaria, nei pressi di Ornaro. Decine di cittadini hanno risposto all’appello del comitato spontaneo per esprimere sostegno al farmacista Fabio Giovannetti e per chiedere trasparenza su una vicenda che sta tenendo col fiato sospeso l’intera comunità.

In gioco non c’è solo la sopravvivenza di un’attività commerciale ma la tutela di un servizio vitale per un territorio con una popolazione prevalentemente anziana e vulnerabile. A complicare ulteriormente la situazione, accanto alla farmacia opera anche un punto privato di primo soccorso che rischierebbe di chiudere insieme ad essa, privando il territorio di un presidio sanitario ancora più ampio.

Durante l’iniziativa è intervenuto anche Chicco Costini di Area Rieti, che ha richiamato con fermezza le responsabilità della politica: “Serve un intervento politico vero. Un sindaco non è un padrone del territorio”. Parole che hanno raccolto il consenso dei presenti e sintetizzato lo spirito della giornata: rispetto delle norme sì, ma nel quadro di una responsabilità istituzionale verso il bene comune.

La storia affonda le radici nel 2016, quando il Comune dispose la chiusura della sede storica in via Santa Maria 3, nel centro abitato, disponendo il trasferimento temporaneo nei locali lungo la Salaria per garantire la continuità del servizio. Da allora si è aperta una lunga sequenza di ordinanze, ricorsi al Tar e contenziosi mai risolti. Il nodo centrale resta l’assenza di spazi idonei in paese per riportarvi la farmacia rurale, come previsto dalla normativa.

Lo scorso 5 novembre l’amministrazione ha avviato una nuova procedura di decadenza della titolarità, con scadenza fissata per questo fine settimana. Ma secondo l’avvocato Giuseppe Perugino, legale del dottor Giovannetti, il provvedimento sarebbe inficiato da gravi lacune procedurali e sostanziali.

Nella memoria difensiva depositata dal legale emergono diversi elementi che metterebbero in discussione l’operato comunale. In particolare, l’amministrazione sostiene di aver effettuato nel 2021 il cambio di destinazione d’uso di un immobile pubblico da destinare alla farmacia. Tuttavia, secondo la difesa, quello che è stato fatto sarebbe soltanto una variazione della categoria catastale, avvenuta peraltro il 22 dicembre 2025, a ridosso dell’emissione dell’atto di decadenza. Due cose ben diverse sul piano urbanistico e amministrativo.

L’ASL aveva inoltre prescritto una serie di interventi impiantistici ed edilizi necessari per garantire i requisiti igienico-sanitari: lavori che non sarebbero mai stati eseguiti. In assenza di questi adeguamenti, il parere sanitario – preventivo e non definitivo – dovrebbe considerarsi negativo, così come mancherebbe l’agibilità dell’immobile. Elementi tecnici cruciali che l’amministrazione avrebbe trascurato.

Un’altra incongruenza riguarderebbe la delibera di Giunta n. 53 del 23 agosto 2023, che prevedeva l’approvazione di un regolamento per la locazione dell’immobile comunale e la pubblicazione di un avviso pubblico. Passaggi che, a quanto pare, non sarebbero mai stati completati, rendendo di fatto inaccessibile al farmacista la possibilità di valutare concretamente quella soluzione.

La critica più pesante riguarda però i tempi: al dottor Giovannetti sarebbero stati imposti termini ristretti per trovare un locale alternativo nel centro abitato. Solo dopo la scadenza di quei termini il Comune avrebbe modificato la classificazione catastale dell’immobile pubblico, per poi contestare al farmacista di non essersi trasferito in un locale che, nei fatti, sarebbe diventato formalmente “disponibile” solo a giochi ormai chiusi.

Le proposte alternative avanzate in questi anni – dalla consegna programmata a domicilio all’apertura di un dispensario in centro – sarebbero state ignorate. Ora il rischio concreto è che Torricella in Sabina resti senza farmacia, con conseguenze gravi per una popolazione fragile e per l’intero sistema dei servizi territoriali. “O si archivia la procedura o si procede con la decadenza – spiega l’avvocato Perugino – In quel caso impugneremo l’atto chiedendo al Tar una sospensiva urgente”.

Una soluzione giudiziaria che, pur praticabile, lascerebbe comunque il territorio privo di assistenza farmaceutica per un periodo indefinito. E insieme alla farmacia rischierebbe di sparire anche il punto di primo soccorso privato che opera nelle vicinanze, aggravando ulteriormente il vuoto sanitario in un’area già in difficoltà. La comunità attende risposte. E la politica è chiamata a decidere da che parte stare.