Far West in centro a Frosinone tra bande rivali: un morto e tre feriti, uno gravissimo

Si tratterebbe di una lite o di un regolamento di conti tra due bande rivali di albanesi. Uno dei presunti aggressori è stato arrestato, gli altri 3 sono ancora ricercati.

Frosinone – Far West nel centro di Frosinone, dove sabato sera (9 marzo) in via Aldo Moro attorno alle 19.30 c’è stata una sparatoria in un locale. Un albanese di 27 anni, Caseni Kasmi, è morto, un altro è rimasto ferito al collo da un proiettile e versa in gravissime condizioni, mentre altri due loro connazionali sono feriti in modo più lieve. Autori dell’assalto sarebbero altri 4 albanesi e l’episodio sarebbe una lite o un regolamento di conti tra due bande rivali. La pista seguita dagli inquirenti è quella del controllo delle piazze di spaccio e della prostituzione a Frosinone, colpite in queste settimane da una serie di operazioni della Squadra Mobile e delle Volanti che hanno smantellato la precedente rete di comando.

Ad indagare sono gli investigatori della Squadra Mobile della questura di Frosinone che stanno ricostruendo la dinamica dei fatti. Un 23enne albanese è stato arrestato nella notte, mentre gli altri tre complici, anch’essi albanesi, sono già stati identificati ma al momento ancora ricercati dalla polizia.  I feriti avrebbero un’età tra i 25 ed i 21 anni.

Secondo la prima ricostruzione, i quattro albanesi erano seduti ad un tavolo dello Shake bar di via Aldo Moro, quando i due aggressori sono arrivati su una Lancia Ypsilon poco prima delle 19.30. I due gruppi hanno iniziato a discutere con loro nel locale, poi la lite è continuata in strada. A quel punto uno dei due ha estratto una pistola ed esploso una serie di colpi in rapida successione centrando tutte e quattro le persone del tavolino. Una di loro è rimasta immobile a terra, le altre tre hanno cercato di ripararsi, mentre gli aggressori si sono dati alla fuga a piedi. Uno dei tre aggrediti, ferito gravemente al collo, è stato portato all’ospedale “Spaziani” di Frosinone, dove versa in gravissime condizioni. In città e nei dintorni è scattata la caccia agli aggressori, uno dei quali è stato arrestato.

Una nuova ricostruzione ribalterebbe tutto

In giornata, però, è emersa una nuova ricostruzione che ribalterebbe completamente lo scenario della sparatoria mortale. A fornirla è stato l’esame delle immagini registrate dalla telecamere interne al locale e le ammissioni fatte dal 23enne arrestato nella notte dalla polizia con l’accusa di omicidio e triplice tentato omicidio. Ai poliziotti del questore Domenico Condello, il 23enne ha raccontato che lui si trovava al bar con alcuni amici e che poco prima delle 19.30 è arrivato un gruppo di quattro connazionali con i quali si è subito accesa una discussione. Ad estrarre la pistola e a fare fuoco uccidendo non è stato quindi un componente del commando arrivato nel bar, ma uno del gruppo che già si trovava al suo interno. Una versione che avrebbe trovato pieno riscontro dall’esame delle immagini.

La vittima di 27 anni e gli altri feriti, di cui uno in gravissime condizioni all’Umberto I e uno al San Camillo, sono i componenti del gruppo arrivato nello Shake. Agli agenti, il 23enne ha detto che la pistola non era la sua ma di uno del gruppo entrato nel locale ed al quale lui sarebbe riuscito a strappare di mano l’arma. Ma è una versione alla quale la polizia non crede e sulla quale sono in corso approfondimenti. Al centro della lite ci sarebbe una donna contesa.

Il procuratore Guerriero: “Tranquillizzo la città di Frosinone: l’assassino è stato preso”.

Le indagini quindi, “non sono affatto concluse ma sono soltanto all’inizio per ricostruire cosa ci sia dietro a questo gravissimo fatto di sangue che ha coinvolto due gruppi criminali”: lo ha detto il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero, uscendo dalla prefettura di Frosinone dove questa mattina si è riunito il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Il magistrato ha lasciato intendere di non credere più di tanto al movente sentimentale ma alla pista legata alla droga ed alla prostituzione imboccata subito dalla polizia. Nel corso del Comitato è emerso che le indagini sono state complesse al punto che solo poco prima della riunione si è avuta la certezza sul nome della vittima: Caseni Kasmi e non Ervin Kasmi come si era ritenuto fino a quel momento e che invece è rimasto ferito.

“Non siamo di fronte ad un’emergenza criminale ma attueremo una energia azione di contrasto” ha assicurato il prefetto Ernesto Liguori. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha evidenziato “la tempestività delle forze dell’ordine e l’efficacia della rete di videosorveglianza attiva sul territorio comunale”.

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