Falsificavano ricette mediche e rivendevano farmaci oppioidi negli Usa: 6 beccati nel Pavese, altri 2 ancora a piede libero

La banda si riforniva di pastiglie gratis in farmacia per poi spedirle Oltreoceano via corriere. Oltre un milione e mezzo di dollari il guadagno, danno a carico del SSN per 65 mila euro.

Pavia – Si presentavano in farmacia con ricette mediche falsificate, ritiravano l’ossicodone – un oppioide che dà dipendenza come una droga – e lo spedivano negli Stati Uniti, incassando migliaia di euro alla volta. Ma i traffici sono finiti quando i carabinieri del comando provinciale di Pavia e del Nucleo anti sofisticazioni di Cremona li hanno scoperti, è proprio il caso di dirlo, con le mani nel sacco dei farmaci. L’avventura per 6 degli 8 trafficanti di oppioidi – 3 italiani, 2 sudamericani e un nordafricano, residenti nella Provincia di Pavia e Rimini – è finita con l’arresto; gli altri 2 sono stati raggiunti da ordinanze di custodia cautelare in carcere, ma sono irreperibili e quindi ancora a piede libero.

Per compiere i loro traffici, gli 8 utilizzavano ricettari e timbri medici sottratti dagli ospedali di Bergamo, Lodi, Milano, Voghera e dal San Matteo di Pavia, per poi falsificare le prescrizioni. Nel corso del tempo si sono presentati in oltre 55 farmacie lombarde, sempre per richiedere l’OxyContin, un oppioide utilizzato per la gestione del dolore cronico divenuto molto popolare negli Stati Uniti perché pubblicizzato sostenendo (falsamente) che non creava dipendenza: al contrario, l’ossicodone crea eccome dipendenza, tanto da essere stato ritirato dal mercato americano. Tra l’aprile del 2020 e del 2021 gli americani morti per overdose sono stati oltre 100mila.

I carabinieri hanno analizzato circa 10 mila prescrizioni mediche accertando che oltre 500 ricette erano state falsificate. Tutto era congegnato nei minimi dettagli: quando i farmacisti avevano dei dubbi su tipologie e quantità del farmaco, in Italia poco usato se non per severe terapie del dolore, telefonavano al medico indicato in ricetta, ma a rispondere era un complice della banda. I pacchi partivano per gli Stati Uniti, precisamente Boston, una volta raggiunta la quota di mille pastiglie.

I carabinieri, in collaborazione con le autorità statunitensi, hanno monitorato 21 spedizioni nel corso delle indagini. Le pastiglie, intercettate da complici nel luogo di destinazione, venivano poi smerciate al dettaglio sul mercato americano, per un guadagno di migliaia di euro a spedizione: in Italia il farmaco era ottenuto gratis grazie alle prescrizioni, ma in America ciascuna pillola veniva venduta per 80 – 100 dollari. In tutto la banda aveva incassato 1,6 milioni di dollari, con un danno erariale accertato di 65mila euro per lo Stato italiano.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa