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Ex medico della Virtus Bologna accusato di uxoricidio

Una storia incredibile si svela in tutta la sua crudezza. Gli esami tossicologici sul corpo della donna hanno fatto emergere la verità dopo 2 anni dal femminicidio. Giampaolo Amato non riusciva più a gestire il rapporto con l’amante.

Bologna – L’ex medico sociale della squadra di basket vicecampione d’Italia della Virtus Bologna Giampaolo Amato, 64 anni, è accusato dell’omicidio della moglie Isabella Linsalata, di 62 anni, anche lei medico e specialista in ginecologia e ostetricia, il 31 ottobre del 2021 a Bologna. 

Per la donna non c’era più nulla da fare

Il medico era ovviamente molto conosciuto in città, data la fama e la visibilità che il ruolo nella società della Virtus gli ascriveva. Amato avrebbe ucciso la moglie somministrandole un mix di calmanti e anestetici. Le indagini si sono protratte per un anno e mezzo. È di pochi giorni fa la notizia che è stata disposta la misura cautelare in carcere nei suoi confronti.

Facciamo un passo indietro e ricostruiamo i fatti di quell’autunno del 2021. Era stato proprio Amato a trovare nella loro abitazione la moglie riversa a terra priva di sensi. Lo stesso medico chiamava l’ambulanza ma gli operatori sanitari, una volta giunti sul posto, non potevano fare altro che constatare il decesso della donna.

Che cosa avrebbe spinto Amato a un gesto così ignobile? Il giudice per le indagini preliminari ipotizzava che il movente sentimentale ma “senza escludere motivi economici“. Il medico aveva una relazione extraconiugale con una donna molto più giovane e quest’ultima desiderava che lui lasciasse la famiglia. In tal senso Amato la rassicurava: “Stai tranquilla tesoro, io voglio te. Nonostante le pressioni… Vedrai“. La moglie, quasi da subito al corrente della relazione adulterina dell’uomo, aveva comunque acconsentito ad abitare insieme al marito, nello stesso edificio, facendo però vite separate. La professionista non voleva separarsi. Sperava forse, in cuor suo, che prima o poi al marito “gli sarebbe passata”.

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Giampaolo e la moglie Isabella, morta un anno e mezzo fa.

Il medico dunque era diviso tra due “dolorosissime decisioni: la volontà di non fare soffrire la famiglia e il desiderio di vivere liberamente la sua relazione con la giovane amante“. Amante che in seguito lo ha lasciato e che non è indagata. Ma la spinta a lasciare la moglie aveva “un’incidenza soverchiante” nella mente del medico secondo quanto riportato dal Gip.

L’autopsia eseguita sul cadavere ha chiaramente mostrato come la morte della donna sia sopraggiunta in seguito alla somministrazione “dolosa” di una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero. Sostanze che il medico non ha avuto evidentemente difficoltà a reperire. Pare che già alcuni anni prima alla donna fossero stati somministrati farmaci nascosti nelle bevande a sua insaputa, ma lei non aveva mai sporto denuncia. Questi episodi le avevano provocato più di una volta dei malori e anche episodi di narcolessia

Ma i propositi diabolici di Amato non si fermano qui. Sempre secondo le indagini il medico insisteva per cremare il cadavere della moglie. Un desiderio che, però, la moglie non aveva mai manifestato. “Mi ha detto nostro figlio, che dopo la morte della madre, Isabella avrebbe voluto essere dispersa in un prato e non nella tomba di famiglia” avrebbe detto Amato in uno degli interrogatori. Ma i familiari si opposero in modo da poter fare una nuova autopsia e ulteriori accertamenti rivelatisi poi essenziali per risalire alle cause della morte.

Amato avrebbe riferito che la moglie da tempo soffriva di depressione e prendeva ansiolitici di propria iniziativa. Il medico ex Virtus è stato intercettato a lungo mentre parlava, anche con l’amante, e non ha mai menzionato azioni così violente nei confronti della moglie. Ma per il Gip l’ipotesi di un suicidio è da escludere. Nell’ultimo periodo prima del decesso la donna era descritta infatti come “radiosa“, stando alle testimonianze dei parenti.

Durante l’interrogatorio Amato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo scorso 8 aprile, su disposizione del gip, è arrivata la misura di custodia cautelare in carcere, in attesa dell’udienza preliminare. Lo stesso Gip ritiene che il medico abbia ammazzato anche la suocera, morta una ventina di gioni prima della figlia, somministrandole sevoflurano e midazolam sciolte in una tisana.

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