Si trovavano tutti nei pressi della pensilina dell’area di carico, dove si è verificata la deflagrazione. Oggi sciopero di due ore, domani di 4. Si indaga per omicidio colposo plurimo.
Firenze – Sono riprese stamani, sotto la pioggia, le ricerche dei tre dispersi nel deposito della raffineria Eni di Calenzano (Firenze), dove ieri, 9 dicembre, per cause ancora da accertare si è sviluppato l’apocalittico rogo costato la vita a due persone mentre 26 sono rimaste ferite (due ustionate in modo grave). Una ricerca che ha dato subito i suoi macabri frutti. Tra i detriti e le ferraglie annerite dalle fiamme, sono stati trovati i corpi dei tre dispersi: si trovavano nei pressi della pensilina dell’area di carico, dove si è verificata la deflagrazione. Le vittime salgono così a 5.
Il video dell’esplosione dalle videocamere interne
Si indaga per omicidio colposo plurimo. Il pm incarica due esperti già operativi a Capaci
Sul posto il personale specializzato con i i vigili del fuoco. A sovrintendere le operazioni i consulenti incaricati dalla procura di Prato, che indaga sull’accaduto. Tra i 5 professionisti – 4 consulenti e un ausiliario- ci sono anche l’esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino: entrambi hanno lavorato come periti nella strage di Capaci, inchiesta di cui si è occupato lo stesso procuratore di Prato Luca Tescaroli quando era pm a Caltanissetta. Con loro anche tre medici legali. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Firenze e della compagnia di Signa.
La prima cosa da accertare sarà cosa ha provocato l’esplosione. Secondo le prima ricostruzione, i mezzi erano parcheggiati all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante. L’esplosione potrebbe essere stata provocata da una dispersione di liquido su uno dei mezzi, generando l’incendio che ha poi investito le altre autobotti e l’edificio. Per Eni però è “prematuro ipotizzare le cause dell’incidente”. La Procura ha aperto un fascicolo, per ora per omicidio colposo plurimo, ma potrebbero essere individuate altre ipotesi di reato. L’intera area è stata posta sotto sequestro.
Ancora tre i feriti ricoverati
Intanto, 19 dei feriti sono stati dimessi. Al momento sono tre quelli ancora ricoverati: un operaio all’ospedale di Careggi di Firenze e due operai all’ospedale Cisanello a Pisa, uno dei quali trasferito nella serata di ieri dal policlinico fiorentino. Il più grave è Emiliano Braccini, 51 anni, residente a Stagno, nel comune di Collesalvetti (Livorno).
Chi sono le vittime
La prima vittima, identificata già ieri in giornata, è Vincenzo Martinelli, 51 anni, residente a Prato e originario di Napoli, separato e con due figlie di 17 e 19 anni. Il corpo dell’altra vittima ritrovata ieri non è stato ancora ufficialmente identificato. Potrebbe trattarsi di Carmelo Corso, 57 anni, originario di Catania e residente a Calenzano, con un passato di guardia giurata e autista della Rat — Raggruppamento Autotrasportatori Toscani.
Gli altri tre lavoratori sono Davide Baronti, 49enne residente a Livorno, padre di due bimbi; Gerardo Pepe, 46 anni, residente in Val d’Agri (Potenza) ma nato in Germania, autista alla Sergen; infine Fabio Cirielli, nato a Matera 46 anni fa, ex parà della Folgore: era stato in Somalia nel ’95-’96. Le salme sono arrivate all’istituto di Medicina legale dell’ospedale Careggi dove verrà effettuata l’autopsia. Solo l’esame del Dna stabilirà a chi appartengono i corpi.
A Calenzano nella serata di ieri sono arrivati i primi parenti dei dispersi, accolti in Comune da un supporto psicologico. Il sindaco ha proclamato per ieri e oggi due giorni di lutto cittadino. Proclamato per domani il lutto regionale: «Le bandiere della Regione saranno a mezz’asta per l’intera giornata e verranno listate a lutto», spiega Giani invitando le istituzioni locali ad aderire al lutto.
Scioperi oggi e domani
Per oggi martedì 10 dicembre Fim Fiom Uilm di Livorno e il Coordinamento Rsu delle ditte dell’indotto Eni hanno proclamato uno sciopero di due ore con assemblea e presidio davanti alla raffineria Eni di Livorno. “Lo sgomento è per quei lavoratori e per le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. La rabbia perché non si può morire lavorando”, scrivono i sindacati. A questo si aggiunge lo sciopero generale di 4 ore indetto per domani a fine turno dai sindacati Cgil, Cisl e Uil della provincia di Firenze, con manifestazione che si terrà a Calenzano dalle 14.30 alle 16.30.
Il sindaco e il governatore: “Il deposito va spostato”
Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, in un’intervista rilasciata dopo il disastro ha chiesto di rivedere l’ubicazione del deposito della raffineria: “Il deposito Eni va spostato, non possiamo andare avanti così”. Stessa riflessione l’ha fatta il governatore della Toscana, Eugenio Giani: “Quando questo impianto fu costruito attorno era aperta campagna. Oggi l’area è densamente popolata, una zona diventata industriale. Non appare più congrua un’attività, quel del carico e scarico, così delicata e fonte di forti rischi”.