La 53enne dipendente Luxottica scomparsa dopo una serata di karaoke. Il padre: “Con l’auto in quella posizione non poteva uscire da sola”.
Milano – Undici giorni di angoscia e ricerche, poi la tragica scoperta: Erika Ferini Strambi, 53enne impiegata nel reparto risorse umane di Luxottica, è stata trovata morta nelle campagne di Pantigliate, accanto alla sua auto. La donna era scomparsa nella notte tra sabato 5 e domenica 6 luglio, dopo aver trascorso la serata con alcuni amici in un locale di karaoke a Segrate, nell’hinterland milanese.
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, mentre si attendono gli esiti dell’autopsia per chiarire le cause del decesso. Gli investigatori sono convinti che ci sia dell’altro oltre alla versione ufficiale: qualcuno avrebbe incontrato Erika in quelle ore decisive, per poi ucciderla e fuggire nel buio dei campi.
“Erika non era da sola”, è la convinzione del padre Aldo, che per primo ha denunciato la scomparsa della figlia lunedì 7 luglio. L’uomo, intervistato dal Tgr Rai Lombardia, ha espresso dubbi sulla dinamica dell’accaduto: “Con l’auto in quella posizione non sarebbe mai riuscita a uscire da sola dalla portiera, è inconcepibile”.
Il padre ha una teoria precisa su quanto possa essere accaduto: “Forse queste persone o questa persona che ha incontrato non era di suo gradimento. Forse ha incontrato qualcuno che le ha fatto paura”. Parole che lasciano intuire come gli investigatori stiano valutando l’ipotesi di un incontro finito tragicamente.

“Ho massima fiducia nelle forze dell’ordine, faranno di tutto per dare le risposte che attendiamo”, ha aggiunto Aldo Ferini, che chiede solo una cosa: “Ora voglio verità per mia figlia. Non voglio immaginare cose strazianti, non le auguro nemmeno al peggior criminale di questa terra”.
Le ultime ore: dalle telecamere al ritrovamento
Le ultime immagini delle telecamere di sorveglianza dell’hinterland est di Milano risalgono alla notte tra sabato 5 e domenica 6 luglio. Le riprese mostrano Erika sola alla guida mentre, dopo aver salutato gli amici del karaoke, percorre il tratto tra Rodano e Peschiera Borromeo. Un dettaglio inquietante: stava viaggiando in direzione opposta rispetto al percorso che l’avrebbe condotta nel suo appartamento di piazzale Cuoco a Milano.
Gli investigatori stanno cercando di ricostruire proprio quelle ore cruciali per capire se Erika avesse un appuntamento programmato o se abbia incontrato qualcuno lungo il tragitto. Al momento dell’incidente, è difficile pensare a una casualità: gli airbag della Mini Cooper Countryman nera non sono esplosi, elemento che fa escludere un impatto violento.
I dettagli che non tornano
Il ritrovamento presenta numerosi elementi che alimentano i sospetti degli inquirenti. Il corpo senza vita di Erika è stato trovato a 200 metri di distanza dalla vettura, in condizioni che destano preoccupazione: semisvestito, senza una scarpa e senza slip. Accanto a lei c’erano le stampelle che usava per muoversi fin dall’infanzia, ma non la sua borsa né il cellulare.
Questi dettagli fanno propendere gli investigatori per l’ipotesi omicidio: qualcuno ha incontrato Erika in quelle ore, l’ha uccisa e poi è fuggito confondendosi nel buio e nell’erba alta dei campi. Una persona misteriosa, o forse più di una, che ora la magistratura sta cercando di identificare attraverso l’analisi delle testimonianze e delle prove raccolte sulla scena del crimine.
I risultati dell’autopsia, attesi per i prossimi giorni, potranno chiarire l’esatta dinamica del decesso.