I difensori della coppia alla seconda udienza per la revisione del processo: “Tre consulenze descrivono una dinamica dei fatti completamente diversa”.
Brescia – Dalle “nuove prove” emerse nel procedimento, la presenza di Rosa e Olindo Romano sul luogo della strage di Erba risulterebbe “incompatibile”. A sostenerlo sono gli avvocati Fabio Schembri e Nico D’Ascola, durante la seconda udienza del processo di revisione a carico dei coniugi, in corso nel Tribunale di Brescia. “Ci sono tre consulenze che descrivono una dinamica dei fatti completamente diversa da quelli della sentenza – dice Schembri – e rendono incompatibili Olindo e Rosa come colpevoli”. Nella strage, compiuta l’11 dicembre 2006, vennero uccisi Raffaella Castagna, il suo bambino Youssef, Paola Galli, madre di Raffaella, e la vicina di casa Valeria Cherubini.
Olindo Romano e Rosa Bazzi oggi erano presenti in aula per assistere anche alla seconda
udienza, dopo quella dell’1 marzo scorso, per discutere l’istanza di revisione del processo che si è concluso con la condanna per entrambi all’ergastolo. I difensori della coppia esporranno oggi l’istanza. Quattro i difensori chiamati a intervenire sui vari aspetti della richiesta. La coppia non ha autorizzato di esser ripresa.
L’avvocato ha spiegato uno dei motivi per cui la tesi dell’accusa è lacunosa. “La signora Cherubini (la vicina di casa uccisa nella strage, ndr) avrebbe fatto le rampe delle scale, avrebbe raggiunto la mansarda riuscendo a gridare: ‘Aiuto’ come hanno sentito i primi soccorritori. È una ipotesi fantascientifica”, che abbia potuto farlo “dopo il colpo al cranio” e viste le “condizioni fisiche in generale”. “La nuova prova introduce che l’assassino o gli assassini erano ancora in casa perché la sentirono gridare”, ha aggiunto. “La prova nuova attesta che venne colpita su e questo è un aspetto che oggi potrebbe diventare dirimente”, ha affermato.
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