Emergenza abitativa: cifre e allarmi dai sindacati

Affitti in aumento e mancanza di alloggi a canone sostenibile, il 30% degli italiani vive nel mercato delle locazioni.

La nota di ANIA, CASA MIA e CAM

I sindacati degli inquilini ANIA con il suo Segr. Dr. Andrea Monteleone, dei proprietari CASA MIA con i delegati Dr.ssa Cetty Moscatt e Dr. Gaetano Bonura e dei mediatori CAM Dr. Angelo Virga e Dr. Andrea Tomarchio, denunciano congiuntamente una crisi abitativa che ha raggiunto livelli vergognosi e non più sostenibili, colpendo con particolare ferocia la Sicilia e l’Italia intera.

Il diritto fondamentale a un tetto dignitoso è ormai calpestato da decenni di politiche miopi, che hanno trasformato un diritto costituzionale in un privilegio economico. L’interrogativo fondamentale oggi è: in Italia esiste ancora il diritto alla casa?

Le politiche sociali perpetrate negli ultimi 25 anni hanno distrutto questo principio, ignorando persino gli appelli internazionali. Già nel 2009, le Nazioni Unite (ONU), con il Rapporto dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, coniarono il termine “Adequate Housing Right” (Diritto all’Alloggio Adeguato), chiedendo agli Stati membri di intervenire con urgenza attraverso programmi di edilizia pubblica e sociale per calmierare i prezzi e agevolare l’accesso alla casa.

Purtroppo in Italia, negli ultimi vent’anni, questo appello è stato bloccato da un approccio politico-ideologico dominato dalle teorie “green” estreme, che hanno precluso sul nascere iniziative di edilizia pubblica e sociale in grado di ampliare l’offerta abitativa nelle grandi aree urbane.

L’errato approccio ideologico, unito all’esplosione del mercato turistico-abitativo (affittacamere e B&B), ha innescato una miccia che ha fatto esplodere i costi di locazione.

A Milano, una camera singola in zona universitaria sfiora i 650 euro mensili, a Roma la media è di 600 euro. In Sicilia, pur se meno esosi (Palermo €250, Catania €220, Messina €200), i valori sono incanalati in un vergognoso trend di crescita del +21% annuo.

I lavoratori che si trasferiscono per lavoro nelle regioni del Nord si scontrano con affitti che fagocitano oltre il 70% dello stipendio, il cui potere d’acquisto è già tra i più bassi d’Europa, triste primato condiviso con la Grecia.

Il 30% degli italiani vive nel mercato delle locazioni, e di questi ben il 21% non dispone di una superficie immobiliare adeguata alla composizione del nucleo familiare, denunciando sempre più l’impossibilità a rispettare il pagamento dei canoni di locazione pattuiti, con aumento esponenziale dei contenziosi legali di sfratto per morosità.

In questa condizione sociale tragica, l’assenza di un piano strategico concreto sta alimentando una pericolosa “guerra tra poveri” per l’accesso a un bene primario come quello della casa. La scarsità di alloggi a canone sostenibile innesca ulteriori emergenze, mettendo in competizione famiglie italiane con basso reddito, anziani e studenti, contro lavoratori stranieri e nuovi arrivati, tutti costretti a contendersi le poche soluzioni abitative rimaste.

La crisi di immobili idonei ha dato il via all’aumento dei Senza Tetto e dei fuoriusciti dal contesto sociale nazionale. Più di 145mila persone in Italia vivono ormai ai margini della società e senza un tetto, dato destinato a crescere se non si agisce subito.

Chi sostiene che il parco immobiliare privato sfitto sia la soluzione, mente alla Nazione. Esistono molte unità immobiliari sfitte, ma si tratta prevalentemente di immobili fatiscenti, inabitabili o, in misura minore, di seconde case turistiche non idonee all’uso abitativo ordinario.

Per debellare l’emergenza abitativa è necessario spazzare via i vincoli amministrativi dietro i quali la P.A. si trincera, e i “no” delle ideologie che distruggono il tessuto sociale.

ANIA, CASA MIA e CAM richiedono con urgenza l’immediata convocazione da parte delle Commissioni Parlamentari Europee per un confronto sull’approvazione di un fondo e di un Piano Casa sovranazionale.

La convocazione delle Commissioni Parlamentari Nazionali e della Regione Siciliana interessate al mercato della casa, affinché si dia finalmente il via a una soluzione concreta e stabile basata sul riconoscimento delle rappresentanze ascoltando le parti sociali (inquilini e proprietari) per elaborare misure bilanciate e non ideologiche.

Un nuovo Piano Casa Pluriennale con investimenti adeguati nell’edilizia residenziale pubblica e sociale, superando vincoli burocratici e ideologici che impediscono la costruzione di nuovi alloggi a canone concordato, snellendo burocrazia e vincoli ideologici attualmente esistenti.

È ormai improrogabile l’istituzione di Misure di Calmieramento dei prezzi, introducendo meccanismi di sostegno al canone e incentivi per la locazione stabile, a discapito della rendita turistica mordi e fuggi.

Solo un’azione concreta e libera da pregiudizi ideologici può fermare questa emergenza e restituire dignità abitativa al popolo italiano e siciliano.