Emanuela Orlandi, gli audio esclusivi: “Fa male, basta, mi sento male. Dio, perché?”

FqMagazine ricostruisce le prime fasi della vicenda con frammenti di registrazioni in cui si sentirebbe la voce della 15enne vaticana.

Roma – Sono tre le inchieste aperte per uno dei misteri italiani irrisolti: la morte di Emanuela Orlandi. Indagini su indagini per fare luce sul caso della 15enne vaticana scomparsa nel 1983. Ora una esclusiva di FqMagazine riporta in auge la ricostruzione accurata delle prime fasi della vicenda, con audio dell’epoca concessi dal fratello Pietro Orlandi. Poche e frammentate parole emergono da questa registrazione e la voce potrebbe essere proprio quella di Emanuela Orlandi. Fa riferimento a del sangue, nei suoi strazianti lamenti. “Fa male“, dice e poi ancora “basta, mi sento male” fino alla terribile e ripetuta domanda: “Dio, perchè?”.

Ad ascoltarla è stato solo Ercole Orlandi, il papà di Emanuela che fino alla morte ha sempre detto di aver avuto l’impressione di riconoscere in quel nastro la voce di sua figlia, soprattutto in quel frammento in cui dice: “Per favore, mi lasci dormire adesso?”. Si sente anche, come riporta FqMagazine, il rumore di un proiettore in sottofondo, dunque in ballo ci sarebbero i nastri prodotti da due apparecchi diversi, un proiettore che proiettava la scena ed un registratore che registrava il contenuto su audio cassetta. Di questo lato del nastro ci sono almeno due versioni diverse tra loro, per contenuti e durata. Una delle ipotesi è che ciò che ci è pervenuto sia una registrazione di una registrazione probabilmente tagliata ad hoc come si può sentire anche dai tagli percepibili all’ascolto. Ancora è ignoto dove possa trovarsi la versione originale di quel nastro.

Pietro Orlandi

Il 17 luglio del 1983, a meno di un mese dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, viene spedita una cassetta in via della Dataria, presso la sede dell’Agenzia Ansa. Quattro giorni prima, un’altra cassetta era stata lasciata sotto il colonnato di San Pietro dai presunti rapitori, ma è stata prelevata dai funzionari vaticani. A oltre 40 anni di distanza l’audiocassetta originale dove vennero registrate presunte grida di dolore e torture non è stata ancora trovata. “Sono anni che la cerco ma sembra svanita nel nulla”, racconta Pietro Orlandi. Un audio inedito era passato anche nella trasmissione tv “Chi l’ha Visto”. “Sedici anni a gennaio”, e poi il nome della scuola, un riferimento a Santa Marinella. Questi i passaggi più chiari dell’audio trasmesso in tv con la voce della Orlandi.

Presente in studio, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che aveva riconosciuto la voce della sorella e ha ricordato che Emanuela compie gli anni proprio a gennaio: “È la sua voce, non abbiamo mai avuto dubbi”. L’audio di circa 3 minuti, molto disturbato, faceva parte di una registrazione dal telefono di casa degli Orlandi di una telefonata dei presunti rapitori. Nella chiamata, fatta da un uomo con accento straniero e con quelli che sembrano stralci di una registrazione si sentirebbe Emanuela affermare di frequentare il Convitto nazionale Vittorio Emanuele II e la frase “dovrei fare il terzo liceo ‘st’altr’anno scientifico”, già nota. Nella parte inedita c’è poi un riferimento a Santa Marinella, riferimento che secondo il fratello Pietro Orlandi potrebbe essere riconducibile a una casa degli zii dove erano soliti fare le vacanze. Nell’audio, con dentro per pochi secondi anche una canzone che sembra esser un disturbo, si sente poi la voce del presunto americano che contattò la famiglia dopo la scomparsa della giovane.

Ma tornando all’ultima esclusiva di FqMagazine, si evidenzia che ci sono diverse trascrizioni di quel nastro recapitato all’Ansa. Sappiamo che il Lato A contiene delle voci maschili che con accento straniero leggono in italiano un proclama ufficiale in cui chiedono la liberazione dell’attentatore del Papa Alì Agca in cambio di Emanuela. La registrazione del Lato B di cui viene pubblicato un estratto su concessione di Pietro Orlandi, è un audio che dà i brividi e dopo 41 anni ancora suscita profonda inquietudine all’ascolto. Si sente la voce di una ragazza che sta subendo delle violenze, “sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente” (come si legge da un rapporto del Sismi). 

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