Il provvedimento passa in prima lettura con 151 voti favorevoli. Escluse materne ed elementari. Opposizioni in rivolta.
Roma – La Camera dei deputati ha approvato in prima lettura il disegno di legge sul consenso informato per l’educazione sessuale a scuola, voluto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Il provvedimento ha ottenuto 151 voti favorevoli, 113 contrari e un astenuto, e ora passerà all’esame del Senato. Considerati i tempi tecnici e gli altri impegni parlamentari, la norma non diventerà operativa prima del 2026.
Il testo stabilisce che le attività di educazione sessuo-affettiva nelle scuole medie e superiori potranno essere svolte solo previa autorizzazione esplicita dei genitori, o degli studenti stessi se maggiorenni. Restano completamente escluse da queste attività le scuole materne e le elementari, salvo quanto previsto dai programmi curricolari standard che si limitano a nozioni di biologia, anatomia, differenze tra uomo e donna, funzioni riproduttive e malattie sessualmente trasmissibili.
Il disegno di legge si articola in tre articoli essenziali. Il primo impone alle istituzioni scolastiche di richiedere il consenso informato preventivo delle famiglie prima di organizzare qualsiasi attività riguardante tematiche legate alla sessualità. I genitori dovranno inoltre poter visionare in anticipo tutto il materiale didattico che verrà utilizzato durante queste attività.
Il secondo articolo regolamenta il coinvolgimento di esperti esterni nelle attività formative, sia curricolari che extracurricolari. Ogni intervento dovrà essere deliberato dal collegio dei docenti e approvato dal consiglio di istituto. I criteri di selezione degli esperti dovranno basarsi su titoli, esperienza professionale comprovata nelle materie trattate, coerenza con le finalità educative e adeguatezza rispetto all’età degli studenti.
Il terzo articolo specifica che l’attuazione della legge non dovrà comportare nuovi oneri per la finanza pubblica, un aspetto che ha sollevato perplessità tra i dirigenti scolastici riguardo alle modalità operative concrete.
Il ministro Valditara ha difeso il provvedimento definendolo “innovativo” e orientato alla “crescita equilibrata dei giovani”, garantendo al contempo “la serietà scientifica della trattazione di problemi eticamente delicati nel rispetto dei valori costituzionali”. La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha respinto le accuse dell’opposizione, sostenendo che non si tratta di abolire l’educazione sessuale ma di tutelare il “diritto dei genitori di conoscere la capacità di apprendimento del loro figlio”.
Particolare entusiasmo hanno manifestato le associazioni pro-vita e alcuni esponenti della Lega. Il deputato leghista Rossano Sasso ha parlato di blocco alla presunta “ideologia gender nelle scuole”, rivendicando il primato della famiglia nell’educazione dei figli con richiami che hanno suscitato polemiche per l’utilizzo di slogan di epoca fascista.
Le forze di minoranza hanno reagito con fermezza, organizzando un flash mob in piazza. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha sottolineato che “contro la violenza non basta la repressione, serve la prevenzione. Questo è un passo indietro”. Alla manifestazione hanno partecipato anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Angelo Bonelli dei Verdi ed esponenti di Movimento 5 Stelle, +Europa e Azione.
Le critiche hanno riguardato diversi aspetti del provvedimento. Maria Elena Boschi di Italia Viva ha denunciato una legge “anacronistica e antiscientifica” che allontana l’Italia dagli standard europei, dove l’educazione sessuale è materia obbligatoria fin dagli anni Cinquanta. Riccardo Magi di +Europa ha parlato di “provvedimento censura” e di “marchetta ai ProVita”, accusando il governo di confondere “l’educazione con l’indottrinamento”.
Nicola Fratoianni ha definito il testo “la fotografia di un’ossessione” che “puzza di ipocrisia, di integralismo, di fondamentalismo”. Gilda Sportiello del Movimento 5 Stelle ha avvertito che “la gravità di questa norma va oltre il mondo della scuola”, annunciando che continueranno a battersi per l’educazione sessuo-affettiva in tutti i gradi di istruzione.
Le opposizioni avevano chiesto il rinvio del provvedimento in commissione, anche alla luce del recente episodio della “lista stupri” comparsa al liceo Giulio Cesare di Roma, caso che ha riacceso il dibattito sulla necessità di educare i giovani al rispetto e alla parità di genere. La richiesta è stata però respinta dalla maggioranza, che ha proceduto con la votazione.
Questo episodio di sessismo e violenza verbale tra adolescenti aveva portato molti a sottolineare proprio l’urgenza di interventi educativi strutturati nelle scuole, rendendo ancora più acceso il confronto politico sul provvedimento.
Con l’approvazione alla Camera, il disegno di legge passa ora all’esame del Senato. Palazzo Madama dovrà però affrontare prima altri provvedimenti prioritari, in particolare la legge di bilancio, quindi i tempi si preannunciano lunghi. Eventuali modifiche al testo da parte del Senato comporterebbero un nuovo passaggio alla Camera, allungando ulteriormente l’iter.