Eccidio di Malga Bala

Eccidio di Malga Bala, 81 anni dopo: la tragica fine di 12 carabinieri, martiri italiani

Il 25 marzo 1944, un distaccamento dell’Arma fu trucidato dai partigiani slavi. Una storia di coraggio e sacrificio ricordata con la Medaglia d’Oro.

Udine – Era la sera del 23 marzo 1944 quando il Vice Brigadiere Dino Perpignano, comandante di un distaccamento di 16 carabinieri a Valle di Bretto di Sotto, cadde in un agguato di partigiani slavi. Due giorni dopo, il 25 marzo, lui e altri 11 commilitoni furono barbaramente trucidati a Malga Bala, in Slovenia, dopo un calvario di violenze indescrivibili. A 81 anni da quella strage, consumata nell’inverno della Seconda Guerra Mondiale, la memoria dei 12 militari dell’Arma resta viva nel tempio ossario di Tarvisio, dove riposano dal 1957, insigniti nel 2009 della Medaglia d’Oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica.

La vicenda, emersa dalle nebbie della guerra, racconta un episodio di eroismo e tragedia. Istituito il 28 gennaio 1944 per proteggere la centrale idroelettrica di Bretto Inferiore—cruciale per l’energia della vallata—il piccolo presidio fu travolto dalla guerriglia che infiammava il confine italo-sloveno. Oggi, nell’anniversario dell’eccidio, ripercorriamo una pagina di storia che unisce dolore e riscatto.

La centrale elettrica di Plezzut, oggetto di sabotaggio da parte dei partigiani titini

L’agguato e la cattura

Il 23 marzo 1944, Perpignano, libero dal servizio, stava rientrando nella caserma allestita in un fabbricato della centrale, alla base della condotta forzata. Qui, un commando di partigiani slavi lo intercettò, costringendolo sotto minaccia armata a far aprire la porta del presidio. Colti nel sonno, gli 11 carabinieri presenti—Pasquale Ruggero, Domenico Giuseppe Dal Vecchio, Lindo Bertogli, Primo Amenici, Antonio Ferro, Adelmino Zilio, Attilio Franzan, Fernando Ferretti, Ridolfo Colzi, Piero Tognazzo e Michele Castellano—furono sopraffatti senza possibilità di difesa.

Eccidio di Malga Bala
i carabinieri trucidati

Quella stessa notte, i 12 militari furono condotti sotto stretta sorveglianza verso la chiusa di Plezzo, poi in Valle Bausizza, fino a raggiungere, dopo ore di marcia forzata, la remota Malga Bala, tra il 24 e il 25 marzo. Rinchiusi in una stalla, depredati di ogni avere, subirono torture che le cronache definiscono “indescrivibili,” prima di essere massacrati il 25 marzo.

Il ritrovamento e i funerali

L’allarme scattò troppo tardi. Solo il 31 marzo una pattuglia tedesca rinvenne i corpi, parzialmente coperti dalla neve, poco lontano dalla malga. Trasportate a fondo valle il 2 aprile, le salme giunsero a Tarvisio, dove il 4 aprile 1944 una solenne cerimonia funebre ne celebrò l’addio. Sepolti inizialmente a Mànolz, i resti trovarono pace definitiva nel 1957 nel tempio ossario della torre medievale di Tarvisio, accanto a 14 Guardie alla Frontiera e 5 militari locali, grazie al “Comitato Onoranze ai Caduti nel Comune di Tarvisio.”

Eccidio di Malga Bala
La lapide che commemora l’eccidio nella cinta medievale di Tarvisio

Eccidio di Malga Bala: un riconoscimento tardivo

Il 27 marzo 2009, il presidente dellla Repubblica Giorgio Napolitano conferì ai 12 carabinieri la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con una motivazione che ne esalta il sacrificio: “Subiva disumane torture con stoica dignità di soldato, fino a quando, dopo atroci sofferenze, veniva barbaramente trucidato. Preclaro esempio di amor patrio, di senso dell’onore e del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio.” Un tributo a chi, in un inverno di guerra, perse tutto per servire il Paese.

Eccidio di Malga Bala
Il Sacrario in onore delle vittime

Una memoria che non si spegne

L’eccidio di Malga Bala resta uno dei capitoli più cruenti di quei tragici anni sul confine orientale, segnato da profonde tensioni tra italiani e slavi. La centrale di Bretto, obiettivo strategico, fu al centro di una guerriglia feroce, e i carabinieri pagarono il prezzo più alto. Oggi, il loro ricordo vive nelle celebrazioni annuali a Tarvisio e nelle storie tramandate da chi, come il Comitato Onoranze, ha voluto preservarne la memoria.

A 81 anni da quel 25 marzo, la strage di Malga Bala è un monito e un omaggio: un monito contro l’orrore della guerra, un omaggio al coraggio di chi non si piegò, nemmeno di fronte alla morte.

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