Il marito morì precipitando da una finestra della questura di Milano. Lei ha dedicato quasi 60 anni alla ricerca della verità sulla sua fine.
Milano – Si è spenta a 96 anni a Milano Licia Pinelli, vedova dell’anarchico Giuseppe Pinelli, ingiustamente fermato per la strage di piazza Fontana e morto precipitando da una finestra della questura di via Fatebenefratelli nel dicembre del 1969.
Nata nel 1928 a Senigallia, in provincia di Ancona, Licia si trasferì a Milano all’età di due anni, città in cui ha vissuto per tutta la vita. Lascia le due figlie, Silvia e Claudia. Licia Pinelli ha dedicato quasi 60 anni della sua vita alla ricerca della verità sulla morte del marito. Nel 2015, fu insignita del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano, che nel 2009 la aveva invitata al Quirinale, insieme a Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, in occasione della Giornata della memoria per le vittime del terrorismo.
Licia, il cui cognome da nubile era Rognini, conobbe Giuseppe “Pino” Pinelli nel 1952, durante un corso di esperanto a Milano; i due si sposarono nel 1955. Dopo la tragica morte del marito, avvenuta nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, Licia Pinelli intraprese una lunga battaglia legale e civile per fare luce su quella che venne poi considerata la vicenda della “18ª vittima innocente” di Piazza Fontana, come riporta la targa commemorativa del Comune di Milano posata per il 50º anniversario della strage. Dopo oltre un decennio di silenzio, raccontò la sua storia nel libro Una storia quasi soltanto mia, scritto insieme a Piero Scaramucci, fondatore di Radio Popolare.