Gli ultimi sondaggi prima del silenzio imposto dalla par condicio raccontano di un testa a testa interno alla compagine governativa per il quarto posto. Mentre la Meloni è in fuga e il Pd rincorre a distanza.
Roma – A poco più di una settimana dal voto per europee, regionali e comunali (8 e 9 giugno), mentre i big della politica nostrana sparano le ultime cartucce tra interviste televisive, tour elettorali, comizi e tweet, e il popolo sperabilmente medita sulla scelta da fare nel segreto del seggio, è utile riavvolgere la pellicola al 23 maggio, l’ultimo giorno in cui è stato possibile diffondere sondaggi sulle intenzioni di voto, così da fare il punto sulle sfide più accese che ci attendono in questa tornata elettorale, almeno a sentire i sondaggisti.
Sempre ammesso che all’ultimo miglio, nei 15 giorni precedenti all’appuntamento delle urne, durante i quali la legge sulla par condicio vieta la pubblicazione dei sondaggi, un nuovo orientamento degli elettori non finisca per stravolgere il certosino lavoro degli istituti di ricerca. Come in tutte le elezioni c’è infatti una quota di votanti che dichiara di essere indecisa o di decidere all’ultimo se votare o meno. Circostanza che potrebbe spostare diversi punti percentuali anche nella prossima settimana.
Fino al fatidico 23 maggio, comunque, giornali e trasmissioni televisive hanno sostanzialmente diffuso previsioni di voto in linea con le rilevazioni delle settimane e dei mesi precedenti, cristallizzando un panorama dove permane una lepre, Fratelli d’Italia, costantemente in fuga nei sondaggi, seguita ma non tallonata da un Partito democratico posizionato a debita distanza dalla vetta. Sul terzo gradino del podio salirebbero i Cinque Stelle, mentre la sfida più accesa e imprevedibile dovrebbe riguardare il derby interno al centrodestra tra Forza Italia e Lega per conquistare la quarta posizione assoluta, che poi diventerebbe la seconda tra le forze che reggono il governo Meloni.
Veniamo ai numeri: fino ad una settimana fa Fratelli d’Italia oscillava tra il 26.5 e il 27.2 %, decisamente al riparo dalle velleità di rimonta del Pd, nel sondaggio più favorevole accreditato al 22.5. Il partito dell’ex premier Antonio Conte veniva stimato costantemente sopra il 15%, con una punta che sfiorava il 16%. Gli altri due partiti di maggioranza, Forza Italia e Lega, incrociavano i loro destini tra l’8 e il 9%, a distanza di pochi decimali, ma con la segreta speranza non solo di prevalere sull’alleato rivale ma anche di superare la fatidica soglia del 10 per cento.
La lotta si faceva incandescente sul fondo del tabellone, dove i sondaggisti sembravano concordare sull’approdo certo oltre la soglia di sbarramento del 4% per Alleanza Verdi-Sinistra, allo stesso modo e con le medesime percentuali di Stati Uniti d’Europa di Bonino e Renzi. Risultato invece non scontato, sempre a detta dei sondaggisti al lavoro fino al 23 maggio, per Azione-Siamo Europei di Calenda che necessita dell’ultimo colpo di reni.