Gli attivisti denunciano discriminazioni e ostilità verso chi tutela gli animali. Striscioni e blitz contro divieti e pressioni.
Cadoneghe/Sacile – Venerdì 12 dicembre è stata una giornata di mobilitazione per il Movimento Centopercentoanimalisti, che ha portato avanti due azioni simboliche in provincia di Padova e Pordenone per denunciare situazioni di esclusione e discriminazione nei confronti degli animali.
A Cadoneghe (PD), la signora Anna B., pensionata, si trova al centro di una controversia che ha mobilitato gli attivisti. La donna ospita nella sua proprietà quattordici gatti salvati da situazioni precarie e sottratti all’eutanasia, occupandosi inoltre di altre colonie feline, il tutto a proprie spese.

Pare che l’attività di volontariato della signora sia sgradita ad alcuni vicini, che lamentano presunti odori e disturbi, o che semplicemente nutrono avversione verso i felini. Queste persone avrebbero creato continue difficoltà, coinvolgendo anche l’amministrazione comunale e generando una situazione di voci e malignità molto stressante per Anna B.
Tuttavia, una visita effettuata da delegati del servizio veterinario di Padova ha riscontrato l’assenza di odori e una buona situazione igienica e sanitaria. Nonostante ciò, dal Comune è emerso il dubbio che la struttura che ospita i gatti – un recinto con tettoia – possa essere abusiva.
Il Movimento Centopercentoanimalisti ha preso posizione netta: “Chi si occupa di animali deve venir aiutato e favorito, non penalizzato”. Gli attivisti chiedono che l’ostilità dei vicini cessi e che il sindaco intervenga in tal senso, impegnandosi a monitorare costantemente la situazione. Come primo atto di pressione e in attesa di un eventuale presidio di protesta, i militanti hanno affisso uno striscione sul retro del municipio di Cadoneghe “per far capire che non staremo a guardare”.
Sempre venerdì 12 dicembre il movimento ha portato avanti un’altra azione simbolica a Sacile (PN) per contestare il divieto d’ingresso ai cani nel Duomo imposto dall’arciprete.
Gli attivisti sottolineano che non esiste alcuna norma nel Diritto Canonico, né nei regolamenti comunali o statali, che proibisca l’accesso degli animali nelle chiese. Infatti alcuni sacerdoti li accolgono, mentre altri si ostinano a rifiutarne la presenza.

“A noi animalisti non interessa particolarmente che un cane possa accedere alla messa: al cane interessa solo stare in compagnia del proprio umano”, spiegano dal movimento. “Ma critichiamo una posizione che ci sembra di esclusione dovuta a una visione antropocentrica, che considera gli ‘altri’ animali inferiori agli umani e perciò non degni di entrare nel tempio. Pensiamo che una chiesa, per chi vuole andarci, debba essere un luogo di accoglienza e apertura verso tutti”.
Per protestare contro il cartello di divieto affisso sulla porta del Duomo, i militanti hanno effettuato un blitz simbolico travestendosi da frati francescani ed esponendo un cartello con la scritta: “Francesco amava gli animali”. Sul posto sono intervenuti agenti della Digos che hanno identificato gli attivisti, i quali hanno consegnato spontaneamente il cartello.