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Droga, estorsioni e voti: così la camorra dettava legge in Valle Caudina

Inchiesta della Dda e blitz dei carabinieri contro il clan Pagnozzi, 14 in manette. L’organizzazione aveva presentato una propria lista alle elezioni a Moiano.

Benevento – Estorsioni ai danni di imprenditori, controllo delle piazze di spaccio e perfino il tentativo di inquinare le elezioni nel Comune di Moiano attraverso la presentazione di una lista elettorale “promossa” con intimidazioni ai danni dei concorrenti.

Il blitz dei carabinieri nelle province di Benevento, Avellino, Caserta e Catanzaro, ha decapitato l’organizzazione camorristica che dettava legge sulla Valle Caudina. I militari hanno eseguito 14 arresti ordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Lunga la lista dei reati ipotizzati: associazione di tipo mafioso, nonché estorsione, danneggiamento, detenzione di materiale esplodente, detenzione e porto illegale di armi e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso e dal fine di agevolare il clan Pagnozzi, l’organizzazione camorristica dominante nei comuni di Montesarchio (BN), Moiano (BN), Airola (BN), Sant’Agata de Goti (BN), San Martino Valle Caudina (AV) e San Felice a Cancello (CE).

L’operazione scaturisce da un’articolata indagine avviata nel 2018, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Montesarchio, che accertò l’egemonia del clan nella Valle Caudina, oltre a delinearne l’articolazione e individuarne i referenti nei diversi territori. I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di acquisire ulteriori elementi e confermare la persistente cappa camorristica che ammorba la Valle di Suessola e la Valle Caudina, in particolare i comuni di Moiano (BN), Montesarchio, San Martino Valle Caudina (AV) Sant’Agata de Goti, San Felice a Cancello, controllo che nel tempo ha subito trasformazioni dovute soprattutto a defezioni e scissioni tra le varie anime del direttorio dello storico clan Pagnozzi.

Secondo gli inquirenti l’organizzazione estorceva denaro agli imprenditori attivi nella provincia di Benevento minacciando i malcapitati armi alla mano e quando non bastava punendoli con incendi e danneggiamenti. E’ stata fatta luce su due estorsioni ed altre tre tentate compiute tra il 2018 ed il 2020, con i titolari di alcune imprese costretti a fare i conti con le irruzioni a mano armate nei cantieri, con l’esplosione di ordigni, anche nei pressi delle abitazioni, e l’incendio di mezzi (come il trattore di un’azienda boschiva), per costringerli a versare la tangente.

Faceva capo al clan anche la gestione di “piazze” di spaccio di stupefacenti come cocaina, hashish e marijuana (approvvigionate nell’hinterland napoletano) in vari comuni delle province di Benevento e Avellino, attraverso una precisa ripartizione di ruoli tra gli affiliati. L’indagine ha ricostruito anche il tentativo dei camorristi di condizionare le elezioni amministrative del Comune di Moiano – il 26 maggio 2019 – mediante la presentazione di una lista elettorale “promossa” attraverso atti intimidatori nei confronti dei concorrenti politici, risultato comunque vincente.

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