HOME | LA REDAZIONE

Droga, contanti e auto di lusso sequestrati dalla Gdf a condannato per droga

Due documenti di identità falsi erano nascosti in un’intercapedine, parte del “tesoretto” sotterrato in un campo vicino ad un casolare.

Asti – I Finanzieri hanno dato esecuzione al provvedimento di confisca di 1.649.570 di euro in contanti e di una autovettura Mercedes CLA nella disponibilità di M.D., 38 anni, arrestato nel maggio 2023 e poi condannato a 6 anni di reclusione e 40mila euro di multa per traffico e spaccio di stupefacenti. Si tratta dell’epilogo dell’operazione delle Fiamme gialle astigiane denominata CAMPO DEI MIRACOLI.

Le indagini si sono concretizzate nel rinvenimento e sequestro, presso l’abitazione di M.D., di 249.870 euro in contanti, 570 gr di cocaina, 1.406 gr di Hashish, 22 gr di marijuana, 31 gr. di canapa indiana, 2 documenti di identità falsi – abilmente occultati in una intercapedine di un muro, cui è stato possibile accedere solo dopo la rimozione di un termosifone – nonché di un’autovettura Mercedes CLA 220 CDI 4 matic AMG, trovata nella disponibilità dello stesso indagato.

Sempre nel corso di questo intervento, le ricerche dei finanzieri venivano estese presso un casolare in località Valleversa, frazione di Asti, dove all’interno di una serra è stato rinvenuto, sotterrato ad una profondità di circa mezzo metro, un fusto di polietilene contenente 7 involucri termo-sigillati con 1.399.700 euro in banconote di vario taglio.

Gli ulteriori accertamenti di polizia giudiziaria ed economico finanziaria, condotti nei mesi scorsi dalle Fiamme gialle astigiane sotto la direzione della Procura della Repubblica di Asti, evidenziavano come tutto il denaro rinvenuto nella disponibilità del pregiudicato in sede di perquisizione, già oggetto di sequestro preventivo, fosse assolutamente sproporzionato rispetto alle condizioni economiche dell’imputato, che non risulta aver presentato alcuna dichiarazione dei redditi, rammentandosi che, come previsto dall’art 240 bis del Codice Penale: “in ogni caso il condannato non può giustificare la legittima provenienza dei beni su presupposto che il denaro utilizzato per acquistarli sia provento o reimpiego dell’evasione fiscale”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa