Gasparri, “si dimetta, è in palese conflitto di interessi”. Conte difende l’ex procuratore ora suo deputato, “centrodestra indegno”.
Roma – Sono in molti in Parlamento, sul caso dei dossieraggi, a volere l’audizione in Commissione parlamentare Antimafia dello stesso vice presidente della commissione ed ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. Le richieste si fanno insistenti e aumenta il pressing per ascoltarlo. Nelle prossime ore saranno i presidenti di Camera e Senato a decidere. L’ex procuratore ora deputato dei Cinque Stelle, era presente alle audizioni di Melillo e Cantone. “È un mio diritto da parlamentare esserci”, aveva spiegato replicando indirettamente all’altro vicepresidente, Mauro D’Attis, il quale aveva chiesto assieme ad altri colleghi che de Raho si astenesse dal presenziare alle audizioni perché “all’epoca dei fatti era alla Procura nazionale antimafia”.
L’ex capo della Dna è sempre più accerchiato dai colleghi di centrodestra e di Italia Viva, soprattutto dopo le audizioni di Melillo e Cantone; quest’ultimo indaga sui presunti dossieraggi. Per il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri “Cafiero De Raho deve abbandonare la Commissione Antimafia nella quale si trova in palese conflitto di interesse”, essendo stato all’epoca degli accessi abusivi del finanziere Striano a capo della Dna.
Ma a difendere l’ex procuratore nazionale antimafia scende in campo il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “In questo momento un campione dell’antimafia viene messo sotto accusa con delle strumentalizzazioni indegne da parte del centrodestra, un attacco indegno alle istituzioni”. Nelle ultime ore, nell’ennesimo ufficio di presidenza infuocato, la senatrice Raffaella Paita di Italia Viva ha ribadito la richiesta di un’audizione di de Raho in merito all’inchiesta di Perugia. E ora dovrebbe essere la presidente della commissione Chiara Colosimo a chiedere la liceità dell’audizione ai presidenti delle due Camere, visto che non esistono precedenti in questo senso.
Nonostante il deputato dei Cinque Stelle non sia intervenuto nel porre domande a Melillo e Cantone, i membri della commissione di centrodestra – e non solo – parlano di un “clima di imbarazzo” nella commissione, “dove inoltre vengono fatti intervenire su specifica richiesta di qualcuno, per le domande agli auditi, colleghi meno preparati sull’argomento”.
A quanto emerge, negli ultimi due uffici di presidenza lo stesso de Raho avrebbe preso la parola tentando di spiegare i meccanismi delle ‘Segnalazioni di operazioni sospette’, le stesse setacciate da Striano abusivamente. Un comportamento che avrebbe provocato malumori in alcuni colleghi, decisi a dare battaglia affinché non vengano minimizzate le vicende dei presunti dossieraggi al centro dell’inchiesta.