L’ex sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano verranno giudicati nella Capitale.
È della procura di Roma la competenza a occuparsi dell’indagine sui presunti accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia finora condotta dai pm di Perugia. Lo ha stabilito il tribunale del riesame del capoluogo umbro. Il fascicolo che coinvolge il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano e l’ex magistrato Antonio Laudati è quindi destinato a essere trasferito nella capitale. Dopo due anni di indagini da parte della procura guidata da Raffaele Cantone, il fascicolo, avviato a seguito di una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto, trasloca da Perugia a Roma, con relativa assegnazione al magistrato competente.
L’ex sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano verranno dunque giudicati a Roma, visto che anche il tribunale del Riesame, rigettando la richiesta di arresto, ha disposto che il fascicolo approdi a piazzale Clodio. La decisione dopo la pronuncia della Cassazione che ha stabilito che la sede competente per trattare i casi che riguardano i magistrati della Dna è Roma. Numeri di una mole “mostruosa” ed “inquietante”: una sorta di “verminaio”. In commissione parlamentare Antimafia il procuratore Raffaele Cantone aveva svelato la portata di un’indagine ben più ampia del dossieraggio quando era sotto la lente della Procura di Perugia. Più ampia perché ci sono altri accessi abusivi alle banche dati sono avvenuti nonostante l’inchiesta, con nuovi spioni che alimentano il mercato delle ‘Segnalazioni di operazioni sospette’.
Una questione che va oltre l’indagine aperta sul finanziere Pasquale Striano, l’uomo da cui muove il caso dei presunti dossieraggi, che in quasi quattro anni all’interno della banca dati Siva ha consultato 4.124 ‘Sos’, digitando il nominativo di 1.531 persone: considerato il resto delle consultazioni alle altre banche dati, si arriva ad oltre diecimila accessi, ma il “numero è destinato a crescere ulteriormente in modo significativo”. I download sono persino il triplo: il finanziere ha scaricato 33.528 file dai sistemi della direzione nazionale Antimafia, per la quale prestava servizio.