La Polizia di Stato, in due distinte circostanze, ha rinvenuto due piantagioni di marijuana. L’allaccio dell’energia elettrica per alimentarle era abusivo.
Palermo – Nella prima circostanza, la coltivazione della marijuana non è l’unica traccia di illegalità repertata dai poliziotti in un magazzino di Brancaccio. L’ambiente infatti veniva illuminato attraverso un allaccio abusivo alla rete elettrica, motivo per cui l’utilizzatore del locale, palermitano, tratto in arresto poiché ritenuto responsabile del reato di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente, dovrà rispondere anche del reato di furto di energia elettrica.
L’attenzione dei poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, impegnati nel regolare servizio di controllo del territorio, si è appuntata su un magazzino in via Fichidindia, nel quartiere Brancaccio. Dall’interno del locale (che si presentava con le finestre completamente sbarrate da pannelli e con l’unità esterna di un impianto di condizionamento installato al di fuori), gli agenti hanno avvertito provenire un odore acre e diffuso, riconducibile verosimilmente alla marijuana, pertanto oltre all’invio di altri equipaggi, hanno richiesto tramite centrale operativa, l’intervento di personale dei Vigili del Fuoco che, giunti sul posto, hanno provveduto ad aprire il portone in ferro.
Gli equipaggi, una volta fatto accesso all’interno del locale, hanno riscontrato la presenza di un laboratorio per coltivazione indoor di piante di cannabis, consistente in 244 piante di presunta marijuana allestito con impianti di areazione e climatizzazione, con un sistema di illuminazione, di ventilazione temporizzata oltre che fertilizzanti ed altri materiali per la coltivazione. Durante le fasi di accertamento e repertamento sono stati fatti intervenire impiegati dell’Enel che hanno accertato la presenza di un allaccio abusivo alla rete elettrica funzionale all’alimentazione della piantagione. Le piante di cannabis e tutto il materiale per la sua coltivazione sono stati posti sotto sequestro. Ulteriori ed approfonditi accertamenti hanno consentito di risalire all’identità dell’utilizzatore del magazzino. Nei confronti dell’uomo, palermitano, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari. Dovrà rispondere di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente. L’uomo è stato anche denunciato a piede libero per il reato di furto di energia elettrica.
La seconda circostanza, sempre nel quartiere Brancaccio ha visto intervenire, ancora una volta, i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che, impegnati nel quotidiano servizio di prevenzione e controllo del territorio, nel transitare in via Giafar hanno avvertito un forte odore di sostanza stupefacente presumibilmente del tipo marijuana provenire dall’abitazione di una palazzina sita proprio in quella via. Da accertamenti effettuati con l’ausilio di altro equipaggio e tramite l’impiego di personale del Reparto Cinofili fatto giungere in ausilio, gli agenti sono riusciti a individuare l’abitazione sospetta constatando, nella relativa dependance composta da due locali, la presenza di una serra artigianale di piccole dimensioni con all’interno dieci piante di sostanza verosimilmente marijuana.
A garantire un perfetto microclima per le piante anche un meccanismo di illuminazione composto da pannelli riflettenti, aeratori e ventilatori. Anche in questo caso tutto il materiale connesso alla produzione dello stupefacente comprese le piante di marjuana sono state poste sotto sequestro. Alla luce dei fatti emersi l’uomo è stato denunciato per il reato di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente. Giova precisare che gli odierni destinatari di misura restrittiva, sono, allo stato, indiziati in merito ai reati contestati e che la loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.