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Dopo le Europee continua la marcia di FdI, tracollo-M5s: ecco tutte le cifre

L’ultima rilevazione firmata Tecnè che pone il partito di Meloni al 29%, tre punti sopra il 26% incassato alle politiche del 2022.

Roma – Dopo le Europee non si arresta la corsa di Fratelli d’Italia. E visto che è sempre tempo di sondaggi, dopo il colpaccio alle Europee, FdI continua la sua marcia, continua a salire nelle intenzioni di voto. Lo mette nero su bianco l’ultima rilevazione firmata Tecnè che pone il partito della premier al 29%, tre punti sopra il 26% incassato alle politiche del 2022. Cifre clamorose, per Giorgia Meloni e il suo partito. Se si votasse oggi, stando al sondaggio, in seconda piazza ecco il Pd di Elly Schlein, dato al 24,3%, insomma i dem godono dell’effetto-europee, ponendosi al livello di consenso raggranellato alla contesa elettorale, cifre che prima del voto erano piuttosto distanti.

Confermato anche il tracollo del M5s, dato al 9,7%: anche Forza Italia, al 9,8%, ora sarebbe davanti al partito guidato da Giuseppe Conte, leader sempre più nel mirino. Per quel che riguarda il gradimento dei leader domina il premier: Meloni è al 43,5 per cento. Dietro di lei ecco un sempre più lanciato Antonio Tajani, al 36%, mentre Elly Schlein si ferma al 30,5 per cento. Quindi Giuseppe Conte al 29,2%, Matteo Salvini al 27,5%, Emma Bonino al 23% e Carlo Calenda al 20,4 per cento.

Elly Schlein e Giorgia Meloni

Dopo il botto alle europee di Avs, i due leader continuano però ad arrancare in termini almeno di gradimento: Angelo Bonelli sta al 16,5% e Nicola Fratoianni al 16,1%, ennesima conferma del fatto che le posizioni estreme cavalcate dal partito possono far breccia soltanto in una platea ridotta di persone. Infine, i dati sul gradimento del governo, in crescita dello 0,2% rispetto alla precedente rilevazione e dato al 39,7%, cifre considerevoli dopo due anni alla guida del Paese. Infine, italiani favorevoli secondo Tecnè al premierato: il 46% si dice d’accordo col premierato, contrario il 34% mentre il 20% non sa o non si esprime. Numeri che anche in vista del possibile referendum fanno ben sperare l’esecutivo.

Ancora in termini di sondaggi, Fratelli d’Italia e il Partito democratico hanno ricevuto oltre la metà dei voti validi espressi alle elezioni europee, precisamente il 53%. È il ritorno del bipolarismo, scrive il sondaggista Nando Pagnoncelli, che esamina e analizza la percezione degli italiani sul voto dello scorso 8 e 9 giugno. Secondo il 50% degli intervistati Giorgia Meloni viene rafforzata dal risultato delle elezioni, che hanno visto Fratelli d’Italia primo partito al 28,7%, una percentuale superiore a quella ottenuta alla tornata politica del 2022. Allo stesso tempo, anche i dem di Elly Schlein (che esce rafforzata dalle urne secondo il 29% degli intervistati) hanno aumentato i consensi a loro favore, restringendo il gap con il partito della premier ad appena quattro punti.

Giuseppe Conte

“Nel nostro Paese la vittoria spetta, nella valutazione degli intervistati, innanzitutto a Giorgia Meloni, recordwoman di preferenze, che ha saputo migliorare le performance della sua formazione anche rispetto al dato delle elezioni politiche (l’asticella minima dei consensi accettabili). Lo pensa esattamente la metà degli italiani. Al secondo posto, pur se distanziata, Elly Schlein, cui assegna la vittoria quasi il 30% degli italiani, a conferma del «bipolarismo» di cui parlavamo”, scrive Pagnoncelli. Per poi precisare che comunque questo bipolarismo “un portato delle scelte degli elettori più che della politica, per quanto aiutate dalla polarizzazione prodotta dalle scelte delle leader dei due principali partiti che hanno voluto appunto individuare la competitor l’una nell’altra”.

Ad ogni modo, secondo il 56% degli elettori dopo il voto in Europa il governo di centrodestra sarà più coeso, nonostante nessuna delle altre forze politiche di maggioranza sia riuscita a superare il 10%. Forza Italia si è fermata al 9,5 e per appena il 9% degli intervistati il suo leader, Antonio Tajani, ha rafforzato la propria posizione grazie al voto dell’8 e 9 giugno. Le cose vanno anche peggio per la Lega, arrivata alle urne all’8,9%: solo per il 5% degli intervistati Matteo Salvini esce rafforzato dal voto.

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