Dopo l’aggressione gettato nel lago?

Il giovane studente, probabilmente, sarebbe morto lo stesso giorno della sparizione in circostanze misteriose. Tutte le segnalazioni di avvistamenti si sono rivelate infondate atteso che i resti ossei della vittima sono stati ritrovati sulla spiaggetta di Fiumata, sul lago del Salto. La verità orbita sulle dichiarazioni di quattro giovani che avrebbero visto il ragazzo ancora vivo.

Rieti – La misteriosa vicenda di Daniele Mari, lo studente sedicenne dell’istituto Agrario scomparso il 30 maggio del 2008, rimane un caso insoluto. Il giovane, da alcuni mesi, frequentava un bar del capoluogo sabino dove pare si spacciasse droga. Il giovane, la sera stessa della scomparsa, sarebbe stato visto per l’ultima volta, alle 22.30 circa, da quattro giovani, poi identificati e interrogati dai carabinieri, mentre si attardava sulla balaustra del ponte di Fiumata, frazione del Comune di Petrella Salto in provincia di Rieti, che si affaccia sul lago omonimo.

Daniele Mari

Daniele Mari, ragazzo serio e generoso, tutto casa e scuola, si era allontanato dalla sua abitazione di Campoloniano, frazione di Rieti, alle 16.30 del 30 maggio 2008 dicendo alla madre che sarebbe rientrato di li a poco. C’è da premettere che non c’era alcun motivo che facesse pensare ad una fuga volontaria o ad una sparizione per minacce o per paura di qualcuno o di qualcosa.

Il ragazzo, operato diverse volte al volto per una malformazione congenita, aveva soltanto il timore di essere sottoposto ad un ultimo, fastidioso intervento risolutivo che gli avrebbe permesso, di contro, un volto dai lineamenti più normali.

Per il resto Daniele Mari era un ragazzo tranquillo e nei giorni precedenti la sparizione non aveva manifestato nervosismo, né atteggiamenti tipici di chi ha organizzato una scomparsa a tavolino. Certo è che il ragazzo, una volta fuori di casa, avrebbe preso prima un autobus urbano per recarsi al capolinea Cotral. Da qui sarebbe salito sul pullman per Avezzano, grosso comune in provincia de L’Aquila.

La fermata del pullman per Avezzano dove Daniele sarebbe salito a bordo

All’autista del mezzo lo stesso Daniele avrebbe detto di doversi recare presso alcuni suoi parenti a Borgo San Pietro, frazione di Petrella Salto, località limitrofa all’altra frazione di Fiumata, dove la famiglia Mari è ben conosciuta poiché originaria del luogo.

Il ragazzo, però, avrebbe continuato la corsa sino ad Avezzano (riferisce l’autista della Cotral, per altro esperto di protezione civile) tanto che il medesimo conducente gli avrebbe fatto notare l’errore e si sarebbe premurato di avvisare il collega dell’autobus in partenza per Rieti, ovvero in direzione opposta, per accogliere a bordo Daniele e portarlo a destinazione.

Perché l’autista non avrebbe invitato lo studente a scendere alla fermata di Borgo San Pietro sapendo la località che avrebbe dovuto raggiungere? Perché lo stesso autista, una volta giunti ad Avezzano, non aveva avvisato i genitori del ragazzo avendolo visto piuttosto preoccupato? Perché il secondo autista si sarebbe fermato al capolinea di Fiumata lasciando scendere il ragazzo dopo le raccomandazioni del collega?

Il deposito dei pullman a Fiumata poi dismesso.

A nessuno dei due autisti era sorto il dubbio che Daniele Mari potesse essere in difficoltà? Certo é che Daniele raggiungeva l’abitato di Fiumata ma il giovane non sarebbe passato per l’unica strada centrale dove in molti l’avrebbero potuto riconoscere. Lo studente si sarebbe diretto verso il ponte sul lago passando per una stradina laterale senza essere visto. Perché? Si doveva nascondere da qualcuno?

Il ragazzo avrebbe poi superato il lungo ponte sul lago del Salto e sino alle 22.30 circa e sarebbe rimasto vicino alla balaustra che delimita la fine del passaggio pedonale, distante poche centinaia di metri dal cimitero. In quella zona, dopo un incrocio, insistono diverse strade di montagna che portano in altrettante località dell’alta Sabina.

I quattro ragazzi che avrebbero visto Daniele Mari riferiscono che, al loro ritorno dal cimitero (dove si erano recati alla ricerca di vandali che avevano distrutto diverse tombe giorni prima), il ragazzo non c’era più davanti alla ringhiera del ponte.

La ringhiera del ponte di Fiumata sul lago del Salto.

I quattro giovani lo avrebbero cercato, non si sa per quale motivo, senza riuscire a trovarlo nonostante fossero passati solo una decina di minuti dal primo incontro:

”… Chi aspettava mio figlio a quell’ora insolita e nel buio più pesto? – si è sempre chiesto Mario Mari, padre del ragazzo – non può essere svanito nel nulla o ingoiato da un’astronave fantasma… In quegli ultimi dieci minuti si nasconde la verità sulla sparizione di Daniele. Se tutti i testimoni hanno detto la verità la situazione si fa ancora più inquietante ma di una cosa sono sicuro: qualcuno ha convinto Daniele a seguirlo in un luogo dove lui non si sarebbe recato per tutto l’oro del mondo…”.

Di Daniele si perdono le tracce proprio in quel punto, accanto alla ringhiera del ponte. Il giovane pare avesse in mano una torcia o una sigaretta e sembra che camminasse avanti e indietro come se attendesse qualcuno con un certo nervosismo. Il sedicenne di Rieti pare avesse ancora con sé il suo zainetto. Avrebbe dovuto consegnare qualcosa a qualcuno? Avrebbe poi subìto un’aggressione? Ci sarebbe stata una violenta colluttazione al termine della quale il giovane sarebbe caduto, o spinto, dalla ringhiera per rovinare nel lago?

I genitori di Daniele Mari all’epoca dei fatti

Durante le ricerche del ragazzo sarebbero giunte diverse segnalazioni di “improbabili” avvistamenti in altre località. Una donna avrebbe visto Daniele, intorno alla 22 del medesimo giorno della sparizione, davanti alla chiesa madre di Borgorose, Comune a 18 chilometri da Fiumata. Ma come avrebbe fatto Daniele a raggiungere il ponte di Fiumata alle 22.30? Qualcuno gli avrebbe dato un passaggio in auto? Ma se Daniele era sceso dall’autobus a Fiumata intorno alle 22 come poteva essere a 18 chilometri di distanza allo stesso orario?

Daniele Mari sarebbe stato visto anche da una signora di Terni, alle 18.30 del 9 giugno del 2008, presso il locale centro commerciale Emmezeta. Il 12 giugno il sedicenne sarebbe stato avvistato da alcuni operatori della Croce Rossa a Montecastrilli (Terni) mentre camminava sotto la pioggia facendo l’autostop.

Il giovane sarebbe stato notato da una coppia che tornava da Ibiza presso il deposito bagagli numero 10 dell’aeroporto di Fiumicino alle 13.15 del 15 giugno del 2008. Il 17 giugno una persona avrebbe adocchiato Daniele ancora a Terni in via Tacito. Alcuni giovani, rivelatisi poi sciacalli, avrebbero segnalato la presenza del ragazzino a Carsoli, in provincia de L’Aquila.

La spiaggetta di Fiumata dove sono stati ritrovati la scarpa da tennis ed i resti ossei del giovane

Nessuna di queste segnalazioni si rivelerà attendibile e per tre lunghi anni anche altri presunti avvistamenti faranno riaccendere la speranza ai genitori disperati, ma non porteranno a nulla. Daniele Mari sembra dissolto nel nulla.

Poi il tragico, terribile epilogo. Il 10 ottobre 2011, sulla spiaggetta del lago del Salto a Fiumata, due pescatori rinvenivano una scarpa da tennis. All’interno della calzatura c’erano resti di ossa umane. Il 31 ottobre successivo veniva rinvenuta anche l’altra scarpa. I reperti, di cui già si sospettava l’appartenenza, venivano inviati presso il Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica per gli accertamenti scientifici di competenza.

Gli esami effettuati dalla Sezione di Biologia Forense del Servizio di Polizia Scientifica della Direzione Centrale della Polizia Anticrimine di Roma, qualche settimana dopo, confermavano che i resti ossei restituiti dal lago appartenevano, purtroppo, al giovane Daniele Mari. Le altre parti del corpo non sono state mai ritrovate.

Il telefonino in uso al giovane. Su alcuni numeri in rubrica rimangono molti dubbi

Una vicenda misteriosa e dalle tante lacune investigative quella che ha sconvolto la vita della famiglia Mari. Tanti gli elementi trascurati in sede di indagine in uno con i mancati approfondimenti sulla versione dei fatti resa dai quattro giovani che, per ultimi, avrebbero visto il povero Daniele ancora vivo. Gli elementi per riaprire l’inchiesta ci sarebbero tutti. Chissà.

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