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Dimesso per lombosciatalgia, muore per dissezione aortica: chiesto il giudizio per due medici

La vittima di quello che per la Procura di Genova è un caso di malasanità, è Daniele D’Amato, zio della campionessa olimpica Alice.

Genova – Dissezione aortica scambiata per lombosciatalgia, non una ma tre volte, e il paziente è deceduto otto giorni dopo la visita. Vittima di quello che la Procura di Genova indica come un caso di malasanità, Daniele D’Amato, 48 anni, zio della campionessa olimpica Alice, medaglia d’oro alla trave.

I fatti risalgono al 2021: D’Amato si presenta in ospedale lamentando forti dolori e ipertensione. Visitato da un medico “a gettone”, impossibilitato ad accedere al sistema informatico, il paziente firma per le dimissioni alle 7 del mattino. Poco dopo, ritorna d’urgenza con l’elicottero, accusando dolore lombare, ma anche al secondo accesso, come riportato dal pm, la visita non viene completata e non sono eseguiti ulteriori esami. La diagnosi rimane quella di lombalgia muscolo-scheletrica, e D’Amato viene dimesso prima delle 14 senza essere trattenuto per osservazione.

Quattro ore dopo, arriva al pronto soccorso del San Martino lamentando una lombosciatalgia acuta. Dopo una radiografia, un altro medico conferma la diagnosi di lombalgia muscolo-scheletrica e lo dimette senza approfondimenti o osservazione, verso le 21.

Dopo tre giorni, D’Amato ritorna in ospedale dove vengono finalmente fatti esami più approfonditi. Il 28 maggio gli viene diagnosticata una dissezione aortica, ma nonostante l’intervento chirurgico d’urgenza, l’uomo muore il primo giugno.Adesso il pubblico ministero Francesca Rombolà ha chiesto il rinvio a giudizio per due medici, uno dell’ospedale di Novi Ligure e l’altro del San Martino di Genova.

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