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Dietrofront sull’emendamento che apriva la porta degli Enti locali ai condannati

E’ stato lo stesso primo firmatario, l’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese, già condannato per peculato, a ritirarlo: “È stato un mio errore materiale”.

E’ durato quanto un gatto in tangenziale l’emendamento al “decreto anticipi” che ha creato imbarazzo all’interno di FdI. Il testo proponeva di rimuovere l’incompatibilità con incarichi nelle amministrazioni locali per chi ha subito una condanna, anche non passata in giudicato, per reati contro la pubblica amministrazione come peculato, malversazione di erogazioni pubbliche, indebita percezione di erogazioni pubbliche e concussione.

Primo firmatario proprio Pogliese, ex sindaco di Catania e ora senatore siciliano di Fratelli d’Italia, già condannato per peculato per l’inchiesta sulle spese dell’Assemblea siciliana. Insieme a lui hanno firmato Raoul Russo, Carmela Bucalo e Salvatore Sallemi. Ma l’emendamento ha avuto vita breve. Sepolto dalle polemiche dell’opposizione e infine abbandonato al suo destino dallo stesso partito della Meloni, è stato disconosciuto dallo stesso Pogliese: “Il testo non era concordato con il partito o con il gruppo e non rappresenta la linea di Fratelli d’Italia. Pertanto, ho provveduto all’immediato ritiro dell’emendamento”.

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