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Dietro la Uno Bianca c’era un disegno eversivo? Aperta una nuova indagine

La Procura di Bologna ha accolto l’esposto di alcuni familiari delle vittime del sodalizio criminale che tra il 1987 e il 1994 uccise 23 persone e ne ferì oltre 100.

Bologna – La Procura di Bologna, guidata dal procuratore capo, Giuseppe Amato, ha aperto un nuovo fascicolo di indagine sui fatti della Uno Bianca, in seguito all’esposto presentato il maggio scorso da alcuni familiari delle vittime.

L’esposto, di 250 pagine, è stato depositato alla Procura di Bologna, alla Procura nazionale Antiterrorismo e, per conoscenza, a quella di Reggio Calabria, e chiedeva di riaprire le indagini sulla banda criminale guidata dai fratelli Savi che, tra il 1987 e il 1994, uccise 23 persone e ne ferì oltre 100.

L’ipotesi degli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser, che assistono i parenti delle vittime, è che ci siano ancora da accertare ulteriori responsabilità, mandanti, e coperture e che la Uno Bianca non fosse solo una banda di feroci assassini ma i loro crimini rientrassero in un disegno eversivo e terroristico più ampio, teso ad alimentare la strategia della tensione.

La notizia arriva alla vigilia della commemorazione del XXXIII anniversario dell’eccidio dei tre carabinieri al pilastro, nel quale il 4 gennaio 1991 morirono i carabinieri Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini, poco più che ventenni.

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