Il rapporto della Dia affronta anche le principali forme malavitose straniere tra cui la criminalità proveniente dalla Romania e dalle altre nazioni dell’Est europeo.
Roma – La criminalità romena in Italia si manifesta sia con modalità non organizzate, sia attraverso veri e propri gruppi strutturati anche con composizione multietnica.
Questi ultimi rivolgono i loro interessi illeciti prevalentemente verso attività complesse e redditizie quali il traffico di droga e di armi. Costituiscono inoltre settori operativi consolidati delle consorterie la tratta di donne da avviare alla prostituzione, i reati informatici, i reati predatori e i reati contro il patrimonio. Tale criminalità è risultata inoltre attiva nel settore dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento della manodopera, il cosiddetto caporalato, talvolta d’intesa con criminali italiani.
Non manca inoltre il coinvolgimento di criminali romeni con ruoli secondari in gruppi multietnici dediti al traffico e allo spaccio di stupefacenti.